Elezioni, Luigi Di Maio grande escluso, ma non solo. E ora parte il totoministri
Ha vinto Giorgia Meloni: Fratelli d’Italia è il primo partito con il 26 per cento. La coalizione del centrodestra supera il 44 per cento, il centrosinistra si ferma al 26. La leader di Fdi starebbe lavorando al governo: già prima del voto aveva dichiarato di avere «pronta la lista dei ministri» e delle presidenze e certamente porterà con sé gli amici di una vita: da Fazzolari a La Russa, da Crosetto a Fitto. Incerto il ruolo di Tremonti. Per la presidenza della Camera sta prendendo corpo l’ipotesi del leghista Giancarlo Giorgetti. La Lega però, visti i risultati elettorali, dovrà ridimensionare le proprie richieste. E così all’Economia e agli Esteri si parla rispettivamente di Fabio Panetta, membro del board della Bce, e dell'ambasciatore Giulio Terzi o di Elisabetta Belloni, direttrice del Dis. I rappresentanti di Forza Italia potrebbero essere Tajani e Ronzulli o Bernini. Chi non vedremo in Parlamento? Luigi Di Maio perde con il suo Impegno civico, che resta sotto la soglia dell'1%. In attesa di dati ufficiali, sono con un piede fuori anche i tre esponenti Pd Stefano Ceccanti, Carlo Cottarelli ed Emanuele Fiano. Stessa sorte è toccata a Monicà Cirinnà. Sgarbi perde contro Casini, Bonino contro Livia Mennuni del centrodestra. Se +Europa non dovesse superare lo sbarramento – allo stato attuale è borderline – Bonino resterebbe fuori dal Parlamento. Già fuori Gianluigi Paragone e Luigi De Magistris: le rispettive formazioni politiche, Italexit ed Unione Popolare, non raggiungono la soglia di sbarramento del 3% ed escludono i due leader del Parlamento.