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Marche, strage vergogna del Pd: ecco i danni dell'ideologia ambientalista

Legambiente ha tenuto il conto. Da gennaio a settembre l’Italia è stata già colpita da 62 alluvioni, contro le 88 dell’intero 2021. Il che, bisogna dire, non dimostra una grande tendenza alla progressione. Ma gli esperti ci assicurano che gli eventi estremi sono in crescita e lo prendiamo per buono. Colpa del cambiamento climatico? Qui ci sarebbe da discutere, ma fingiamo che sia inoppugnabilmente provato che a lungo andare il surriscaldamento globale favorisca questi fenomeni. Quanto a lungo? Nessuno lo sa. E nessuno sa ovviamente in che arco temporale si potrebbe ottenere un’inversione di marcia. Per essere chiari: anche se oggi dovessimo chiudere tutte le fabbriche, rinunciare a tutti gli elettrodomestici e smettere di viaggiare con mezzi a motore, ammesso che questo blocchi l’aumento della temperatura, è assai improbabile che domani di colpo cesseranno alluvioni tropicali e bombe d’acqua. La domanda a questo punto, di fronte a ciò che è accaduto nelle Marche è: meglio combattere i temporali (di un futuro non meglio precisato) o evitare le esondazioni (di oggi)? Nel primo caso hanno ragione sinistra e ambientalisti a prendersela con chi crede che la transizione ecologica vada condotta con pragmatismo e buon senso, senza pericolose accelerazioni. Nel secondo, però, i principali responsabili dei danni provocati dall’alluvione sono proprio loro, i talebani dell’ecologia e della rivoluzione verde, che ci vogliono far credere che per salvare i territori dalle catastrofi naturali sia meglio andare con l’auto elettrica, abolire i jet e non usare la plastica che realizzare la cassa di espansione del torrente Misa e pulire il letto del fiume. Deve essere stato questo il motivo per cui i due presidenti piddini della Regione, Gian Mario Spacca (2005-2015) e Luca Ceriscioli (2015-2020) hanno deciso di non farlo, malgrado il governo guidato da Matteo Renzi nel 2014 (dopo l’alluvione di Senigallia) avesse messo sul tavolo ben 45 milioni per un progetto che era stato segnalato come «urgente e prioritario» fin dal 2009. 

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