Reddito di cittadinanza e legge elettorale: il confronto tra Fabio Pizzul (Pd) e Gregorio Mammì (M5s)
Paola Natali intervista Fabio Pizzul, capogruppo del Partito democratico nel Consiglio regionale della Lombardia, e Gregorio Mammì, pentastellato, consigliere regionale lombardo. Partiamo dal pericolo astensionismo: "Che una larga fetta di italiani decida di non votare è un problema", dice Pizzul, "Dobbiamo sapere che il voto non è un diritto così scontato. Il Pd sta andando a incontrare le persone, per far capir loro dell'importanza del voto". Secondo Mammì "i cittadini pensano che il loro voto sia inutile: ci stiamo impegnando per convincere i cittadini, soprattutto coloro che fanno parte delle fasce più deboli della popolazione, che hanno un ruolo". Sulla legge elettorale vigente: "I listini bloccati impediscono ai cittadini di scegliere i candidati, scelta che è nelle mani dei leader di partito", critica Pizzul, "I collegi poi sono troppo ampi, viene a mancare il rapporto diretto tra eletti e territorio". La scelta dei listini è diversa invece per il Movimento, commenta Mammì, che "chiede agli iscritti di esprimere preferenze". Infine, è scontro sul superamento del Reddito di cittadinanza: "Bastava finanziare il reddito di inclusione", sostiene Pizzul, "Il Rdc non ha funzionato perché le politiche attive per il lavoro non hanno funzionato". Controbatte Mammì: "Parliamo dell'applicazione di una norma e non il principio, che è sostenere le persone in difficoltà. La burocrazia regionale era da migliorare, per esempio, e parliamo di una nicchia di persone: meno di due milioni per le quali lo Stato spende meno dell'1 per cento del suo bilancio. Difenderemo questa misura". In chiusura, due motivi per votare Pd o M5s. Pizzul: "Il Pd ha una classe dirigente competente. E ha proposte realiste, con coperture chiare". Mammì: "Abbiamo completato l'80 per cento delle promesse elettorali del 2018 e abbiamo dettato l'agenda politica a partiti storici".