Astensionismo, l'hashtag #iononvoto spopola sui social. Da dove parte
L’astensionismo è diventato virale: dopo gli hashtag contro i vaccini, contro il Green pass, contro la guerra, è l’ora del trend social #iononvoto. A 61 giorni dalle elezioni, la mobilitazione per disertare le urne è partita dal web e ha scalato la classifica degli argomenti in tendenza. Gli utenti che orgogliosamente informano che il 25 settembre staranno a casa sono per lo più no-vax o no Green pass. Ecco qualche esempio: “Dovrei votare quel ministro che sotto Natale diceva di essere al cinema (col green pass) mentre io non ci potevo andare perché non ce l'avevo?”. E ancora: “Non posso votare un partito che ha sostenuto l'obbligo vaccinale”. Un'altra categoria è quella dei provocatori maestri di vita, eccone un assaggio: “L’essenza della libertà rimane il potere di non fare qualcosa, a dispetto delle conseguenze. #iononvoto”", si legge in un post accompagnato dall’immagine di una tessera elettorale farcita di mortadella. E infine, i lapidari-ermetici: “Chi vota è complice”. Condiviso da guelfi e ghibellini anche su Twitter, l’hashtag è ugualmente utilizzato da coloro che invitano a “turarsi il naso” e votare contro il Pd, o contro i fascisti, o contro la Lega.