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Scissione M5s, Stefano Buffagni: "Politica anestetizzata. Dalle bollette al Pil, ora pensiamo ai cittadini"

Per Libero Tv il deputato pentastellato Stefano Buffagni a confronto con il condirettore di Libero Pietro Senaldi, intervistati da Paola Natali.  Che cosa servirebbe oggi al nostro Paese? “Servirebbero delle elezioni”, risponde Senaldi, “la classe politica ha dato la palla a Mario Draghi ma le situazioni di emergenza non possono durare per sempre…”. Commenta Buffagni: “La politica è anestetizzata, me ne vergogno: la politica significa dare risposte alle persone. Io credevo che dovessimo andare a votare nella famosa estate del Papeete, nell'agosto 2019, ma ho imparato che il Palazzo vince sempre. Io sono molto preoccupato dalle bollette, dall’inflazione, dal Pil: questi sono problemi trasversali per la politica. Bisogna dare risposte. Ma l’opposizione di questo governo non lo contesta mai…”. Sull’astensionismo alle ultime amministrative, commenta il condirettore di Libero, “ai politici va anche abbastanza bene che non si vada a votare. Finché votano i soliti noti eleggono i soliti noti e alla fine governerà sempre il Pd. Far votare i ragazzi, le classi più emarginati, è impossibile prevedere quale sarà il risultato. Se si allargasse la base elettorale non credo, per esempio, che il Pd avrebbe ancora un’alta percentuale: vota Pd chi se lo può permettere… Ma”, chiede Senaldi a Buffagni, “quanto manca Gianroberto Casaleggio ai Cinque Stelle?” – “Moltissimo”, risponde Buffagni, “ma per quanto riguarda le elezioni: le dinamiche di Palazzo sono sempre più forti dei singoli, indipendentemente dai partiti”. Continua Senaldi: “A me sembra che il Movimento manchi di una guida esterna, che non può essere impersonata da Beppe Grillo”. “Senza di lui però nulla sarebbe successo”, dice Buffagni, “oggi c’è Giuseppe Conte, con il quale speriamo di rilanciare un progetto”. Anche altri partiti faticano a trovare una guida: “Il centrodestra ha due partiti su tre dilaniati da crisi interne”, commenta il condirettore, “ma Forza Italia resta un punto di riferimento. E la Lega deve reimpostare la sua comunicazione, per essere comprensibili agli elettori. Ma nel Movimento, reduce di una scissione, che cosa è successo?” – “È un momento difficile”, risponde Buffagni, “sono arrivati alcuni nodi al pettine che hanno imposto scelte dolorose. Ma non amo parlare di problemi interni…”. Tornando sul problema dell’astensionismo: “Io credo che se un elettore non si reca alle urne è perché i candidati non lo convincono”, commenta il giornalista, “e perché le liti interne infastidiscono". Buffagni, sulla sua esperienza da politico, analizza: "La rifarei mille volte, c'è la possibilità di cambiare questo Paese ma noi non avevamo abbastanza esperienza per confrontarci con i meccanismi di Palazzo. Mettersi in gioco vuol dire dare il proprio contributo. I Cinque Stelle comunque hanno il merito di aver riportato un po' di decenza nella politica...". 

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