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Materie prime alle stelle: o si trovano altri soldi o si taglia il Pnrr

Qualche giorno fa Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs Italiane) ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea la gara per il quinto lotto del nuovo collegamento ferroviario Palermo-Catania. La gara ha un valore di oltre 612 milioni di euro, finanziati anche con i fondi del Pnrr. Cosa c'è di strano? C'è che la gara era già stata pubblicata nei mesi scorsi, ma allora il bando era di 534 milioni. Una cifra che aveva suscitato forti proteste da parte dei costruttori siciliani, che l'avevano giudicata completamente inadeguata in considerazione dei forti aumenti delle materie prime che si sono verificati negli ultimi mesi e che non sono evidentemente stati conteggiati nel computo dei lavori effettuato da Rfi. Sappiamo che del problema si parla da mesi e il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini ha più volte promesso che la questione sarebbe stata risolta con un adeguamento dei prezzari di riferimenti e una maggiorazione delle basi d'asta per gli appalti. Indicazione che le Fs, controllate al 100% dallo Stato, hanno opportunamente recepito, annullando la gara e presentando un nuovo bando. Tra il primo tentativo andato a vuoto e quello partito nei giorni scorsi c'è una differenza di prezzo non da poco. Si tratta di 78 milioni, circa il 15% dell'intera opera messa a gara. Vedremo se le imprese, questa volta, giudicheranno il bando adeguato. Ma fin d'ora possiamo farci due calcoli poco incoraggianti. Le cifre in ballo nei prossimi anni, infatti, sono gigantesche. Per il Pnrr parliamo di 200 miliardi e per il piano infrastrutturale messo a punto da Fs ed Anas per il prossimo decennio ci sono a disposizione circa 160 miliardi. Ma è una cifra, ha precisato lo stesso ad delle Ferrovie, Luigi Ferraris che non tiene conto degli effetti dell'inflazione e del caro materiali che, secondo il manager, faranno salire i costi addirittura del 35-40%. Fingiamo che basti quel 15% in più messo sul piatto da Rfi, la questione non cambia: o si trovano altri soldi o si riducono le opere previste dal Pnrr.
 

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