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Referendum giustizia, Giovanni Guzzetta: "Ultima occasione per cambiarla". L'intervista di Fausto Carioti

Il vicedirettore di Libero Fausto Carioti intervista il giurista Giovanni Guzzetta, ordinario di Diritto pubblico all'università Tor Vergata ed esponente del comitato "Sì per la libertà, Sì per la giustizia", promotore del referedum sulla giustizia, che si voterà questa domenica. Il 12 giugno i seggi saranno aperti per andare a votare i 5 quesiti del referendum abrogativo sulla giustizia. Perché andare a votare e perché votare cinque ? "Il referendum è un istituto che i nostri costituenti hanno creato per dare la possibilità ai cittadini di esprimersi sulle questioni più delicate, certamente lo è la giustizia, che è in uno stato di grande crisi e alla riforma ci sono grandi resistenze, come quella dell'Associazione nazionale magistrati". Il segretario del Pd Enrico Letta ha dichiarato che bisogna votare cinque No e che “riforme così complesse vanno fatte in Parlamento”. Risponde Guzzetta: "E se il Parlamento non le fa? Questa domanda si posero i costituenti quando introdussero il referendum, che servono anche alle istituzioni per dare un'indicazione del verso delle riforme". Infine, la Rai ha informato abbastanza, ha fatto il suo dovere? "Tutti i referendum sono difficili. Non è questo il problema, ma è essere informati e decidere adeguatamente. Purtroppo i mezzi di comunicazione sono stati estremamente carenti in questo periodo. Spero che nelle ultime ore i media cerchino di informare di più. La cosa fondamentale da comunicare è che se non passa il referendum, la spinta a conservare quello che c'è sarà fortissima". 

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