Ucraina, Alessandro Sallusti: "Mai vista una guerra così. Decisiva la mediazione di Erdogan"
Il direttore di Libero Alessandro Sallusti parla a Libero Tv della situazione in Ucraina, intervistato da Paola Natali. "La situazione è complicata sul campo, nello scontro tra l'esercito ucraino e quello russo, e per una questione numerica la Russia è avvantaggiata", dice Sallusti, "A noi interessano soprattutto le conseguenze economiche e geopolitiche: navighiamo a vista perché facciamo parte dell'Unione europea che non ha ancora deciso che cosa fare da grande. A breve ci sarà il problema del petrolio, del gas, ma una volta finita la guerra cambierà tutto comunque e con quali conseguenze sul nostro portafoglio non lo sappiamo. Perché l'Ue non ha ancora deciso come affronterà il dopoguerra". Ricordando i conflitti già seguiti, prosegue il direttore, "andai inviato nella prima guerra del Libano: ma questa è la prima volta in cui assisto a un conflitto il cui esito potrebbe provocare una cosa che abbiamo studiato solo sui libri di storia, una guerra mondiale. Le altre guerra erano asimmetriche o regionali, il mondo era tranquillo. Per la prima volta non è così: questa guerra è simmetrica, a fianco dell'Ucraina si è schierato tutto il mondo Occidentale". Il ruolo della Nato "è importantissimo", continua Sallusti, "perché è nata dopo la Seconda guerra mondiale, quando Paesi militarmente più forti hanno schiacciato nazioni meno forti. Allora venne deciso di fare un patto militare difensivo per equilibrare le forze. Oggi si parla tanto male della Nato, ma è l'istituzione che ha garantito settant'anni di pace. Quando si dice di qualcuno che è "filoatlantista" non significa dargli del guerrafondaio, tutt'altro: ha capito che perché non si scateni una guerra bisogna potersi difendere, in modo che nessuno osi cominciare un conflitto. Attenti quindi a buttar via il bambino con l'acqua sporca: la Nato è una garanzia di pace e speriamo che non debba mai adempiere al compito per cui è nata, cioè che non venga attaccato un Paese Nato". E per il futuro "speriamo in una pace veloce e duratura", dice Sallusti, "ma abbiamo un problema: se disarma la Russia si arriva alla pace, se disarma l'Ucraina è la fine della nazione ucraina. Noi possiamo enunciare buoni principi, ma bisognerebbe chiedere agli ucraini fino a che punto sono disposti a sacrificarsi e ai russi fino a che punto possono rinunciare alle loro velleità. Io credo", chiude il direttore di Libero, "che la situazione passi attraverso una mediazione del presidente turco Recep Tayyip Ergodan, che certo non è un sincero democratico, ma speriamo che riesca là dove l'Europa e l'America non hanno avuto possibilità".