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Nel sofisticato mondo di Helen Downie, dove l'auto-accettazione è una sfida sociale

Nicoletta Orlandi Posti, in questa nuova puntata di ART’è, racconta del sofisticato mondo di Helen Downie dove a essere crocifissa è una donna, dove san Sebastiano ha le labbra rosso sangue, dove sensuali tette allattano i pesci, dove un corvo si nutre di un utero, dove la storia dell’arte indica la via, dove manca sempre una scarpa ai piedi, dove un messaggio in una bottiglietta, arrivato da chissà dove, chiede Did I Love Enough? Dove la bellezza sta nelle imperfezioni dei corpi. Come spiega la stessa artista che ha inaugurato “One cup of sugar”, la sua personale nella galleria d’arte di Luca Tommasi a Milano. Il mondo di Helen Downie è un mondo fantastico, magico, ma anche la sua storia personale è incredibile. Conosciuta internazionalmente con il suo soprannome di Unskilled Worker, ha scoperto la pittura a 48 anni ed è diventata in poco tempo, famosa a livello internazionale. Il suo successo è partito dai social. Tutto nasce, infatti, quando ha iniziato a popolare il suo account Instagram, @unskilledworker, con i suoi dipinti, per lo più ritratti di piccole dimensioni con il segno distintivo degli occhi grandi, realizzati a tecnica mista su carta. A poco più di due anni dal suo primo post (un dipinto che ha poi distrutto) il suo account aveva 207.000 follower, tra cui Nick Knight, il fotografo di moda che l’ha invitata a fare una residenza per il suo sito, SHOWStudio, e Alessandro Michele, il direttore creativo di Gucci, che favorì il successo internazionale della Downie quando la invitò a illustrare la collezione Gucci Fall 2015 per la mostra No Longer/Not Yet al Minsheng Art Museum di Shanghai nell’ottobre 2015.

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