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Pompei, la maledizione delle tessere di mosaico: che fine fanno i furfanti che le rubano

Chiunque rubi un repertorio dal sito archeologico di Pompei è destinato a essere colpito dalla sfortuna. Una leggenda metropolitana? Di certo c'è che la Sovrintendenza continua a ricevere pacchi e pacchetti che restituiscono pezzi sottratti dal parco archeologico. Che si tratti di essere di qualche mosaico , frammenti di un muro o di statue antiche pare davvero che chiunque li sottragga dall'antica città sepolta dalla lava del Vesuvio nel 79 dC sia perseguitato dalla sventura. Il fenomeno è diventato talmente diffuso che un giornalista campano Antonio Cangiano ne ha scritto un libro, La maledizione di Pompei edito da Magenes. L'ex direttore del parco, Massimo Osanna, racconta di ricevere i pacchetti postali per anno di reperti, ma la cosa più curiosa - sotto un punto di vista antropologico - sono le lettere di accompagnamento dei reperti trafugati che svelano uno spaccato tutto umano da studiare. All'origine del pentimento c'è infatti una retroscena. Già, proprio quella maledizione che aleggia su Pompei e su chiunque osi rubare un pezzo della sua storia.

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