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Daria Bignardi e i libri che le hanno rovinato la vita

Per la rubrica Un libro in due minuti Lucia Esposito parla di un libro per appassionati di libri ma anche per chi invece nutre sospetti verso coloro che vivono immersi nella lettura. Lo ha scritto Daria Bignardi s’intitola Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici (Einaudi). È un memoir in cui la giornalista racconta anche che cosa c’è dietro il suo amore per la lettura: un padre assente e una madre ansiosa che voleva proteggerla da tutto a Daria bambina restava poco altro oltre alle ore di lettura sul divano. Fino a 18 anni è stata una lettrice compulsiva. Parte dai libri dell’infanzia, il libro illustrato che aveva come protagonista un bambino di nome Celestino, La foresta della notte di Djuna Barnes: la Bignardi ha cominciato a fumare a 13 anni e ha sempre attribuito il vizio precoce alla copertina del libro che riproduceva una donna che fumava. E poi Il demone meschino di Fëdor Sologub, che ha letto davvero troppo presto, la sconvolse perché per la prima volta da ragazzina capì cosa significasse davvero il male. Un viaggio emotivo e sentimentale emotivo a ritroso nella sua vita, e di quello che è diventata grazie al potere della lettura. 

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