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Il reddito di cittadinanza è una fabbrica di precari a vita: il parere dell'Anpal

Ci eravamo sbagliati. Altro che flop dei navigatori e divani pieni di fannulloni. Il reddito di cittadinanza ha prodotto centinaia di migliaia di posti di lavoro. A dimostrarlo, numeri alla mano, è l' Anpal , che nel suo ultimo rapporto parla di una movimentazione complessiva di 1,5 milioni di posti di lavoro. Cifra che, sottraendo chi un'occupazione ce l'aveva già quando ha iniziato a prendere il sussidio, scende a 1,2 milioni di posti. Ma il dato resta comunque impressionante se rapportato agli 1,8 milioni di beneficiari dell'assegno. Sui numeri si è avventato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando ."La discussione che si cittadinanza è sviluppato sul Reddito di non ha niente a che vedere con le dinamiche di questi mesi. È uno strumento che nella pandemia è stato importante, certamente collegato più e meglio alle politiche del lavoro, però il recente rapporto Anpal ha dimostrato che c'è anche da rivedere la fotografia". E allora vediamola meglio questa fotografia. Sfogliando il rapporto si scopre che le persone che hanno lavoro almeno un nuovo rapporto di inserimento nel programma sono 546mila. E già la percentuale scende al 30%. Resta da capire perché i posti sono più del doppio dei beneficiari. La spiegazione è semplice, perché nella grande maggioranza dei casi si tratta di lavoretti temporanei, che non superano i trenta giorni o, al massimo, i tre mesi. Per l'esattezza a questa fattispecie il 63,6% del totale dei contratti . Il giudizio lo lasciamo all'Anpal. Complessivamente, scrive l'agenzia nazionale per le politiche attive, “i nuovi rapporti di lavoro instaurati si caratterizzano per un elevato livello di precarietà , associati a periodi di occupazione brevi o molto brevi”. Insomma, pensandomo che il reddito di cittadinanza non servisse a nulla, invece abbiamo scoperto che è una formidabile fabbrica di precari.

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