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La Madonna di Munch: censurata perché nuda, pallida e accerchiata dagli spermatozoi

A Edvard Munch si deve la trasformazione dell’iconologia della Vergine. Tra il 1894 e il 1902 realizzata quattro versioni di Madonna a olio più diverse litografie. L'immagine che dipinge Munch decisamente non è ciò che ci si aspetta da una rappresentazione della Vergine:  la donna è raffigurata dall’ombelico in su, nuda e dalle forme sinuose. È pallida cadaverica, le braccia sono piegate dietro alla testa, i lunghi capelli neri sembrano spargersi sulla tela come tentacoli e il volto, reclinato all’indietro, mostra un’estasi non del tutto casta che stride – pur restando di grande effetto – con l’immagine della Madonna più tradizionale. In alcune litografie sono presenti persino degli spermatozoi che ovviamente vanno a netto contrasto con il Dogma cristiano della verginità della stessa. Tra la Madonna ritratta da Munch e alcune prostitute/modelle, non vi è alcuna differenza. Suo figlio, Gesù, è un feto raccapricciante e desolato, non più il salvatore del mondo. Sofia Lipoli, in questa nuova puntata di Art of Change, racconta che l’opera ai tempi fece ovviamente scandalo, ma ancora oggi in molti libri di storia dell’arte usati nelle scuole, il dipinto viene censurato, ignorato come se non esistesse. Eppure da Munch in poi gli artisti hanno rappresentato la vergine Maria nei modi più inusuali. L'ultimo è apparso sul mensile queer berlinese Siegessaule con protagonista Riccardo Simonetti, iattivista e influencer italo-tedesco, in versione Madonna con bambino. Ma con la barba.

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