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Pnrr, da Milano a Firenze i sindaci lanciano l'allarme sui tempi per la gestione di fondi e bandi
Milano. Siamo andati a vedere le cosiddette "stecche" di via dei Giaggioli, case popolari all'incrocio fra Lorenteggio e Giambellino: la loro riqualificazione è uno dei maggiori investimenti del Pnrr in città, 99 milioni di euro. La gestione dei fondi europei per le opere sul territorio però non sarà semplice. E infatti negli ultimi giorni molti sindaci, con in testa Giuseppe Sala ma anche il neo sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, hanno lanciato l'allarme: se i denari non arriveranno presto, fra obblighi imposti dalla burocrazia, liti, regole e carte bollate che da sempre rallentano le opere pubbliche, si corre il rischio di non arrivare a spenderli per tempo. A questo proposito il Presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo all’assemblea dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), ha dichiarato che grazie al Pnrr “gli 8mila Comuni e le Città metropolitane dovranno amministrare quasi 50 miliardi di euro” che riguarderanno la “transizione digitale ed ecologica, investimenti nella cultura e nell’edilizia pubblica, asili nido e sostegno agli anziani”. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Firenze Dario Nardella e il sindaco di Monza Dario Allevi. Il punto dolente è che tutt’ora non ci sono indicazioni chiare per attingere ai fondi e sulla gestione dei bandi. Draghi ha dichiarato che mille esperti verranno messi a disposizione per aiutare gli enti territoriali e che il governo ha semplificato le procedure di affidamento dei contratti pubblici. Ma il presidente dell’Anci Antonio Decaro ha rimarcato il rischio di non riuscire a rispettare il cronoprogramma previsto, ovvero maggio 2022 risorse assegnate, dicembre 2023 cantieri tutti aperti. Anche il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha manifestato preoccupazione. In Parlamento l’opposizione è scettica e anche qualche amministratore di lunga esperienza ha fatto i suoi distinguo. Sono intervenuti sul tema anche Marco Osnato, deputato di Fratelli d'Italia, e l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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