Il pm Marmo del caso Tortora, parla dopo 30 anni: "Ho sbagliato, sono il suo assassino morale"
"Adesso dopo trent'anni è arrivato il momento. Mi sono portato dentro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia di Enzo Tortora per quello che ho fatto". Trent'anni fa Diego Marmo, dalla settimana scorsa nominato assessore alla legalità a Pompei, era il pubblico ministero che formulò pesantissime accuse contro Enzo Tortora, portandolo alla condanna in primo grado. Una decisione ribaltata l'anno successivo nel 1986: assolto con formula piena dalla Corte d'appello di Napoli, in quanto il presentatore di Portobello non era affiliato alla Camorra. I giudici smontarono in tre parti le accuse rivolte dai camorristi, per i quali inizia un processo per calunnia: secondo i giudici, infatti, gli accusatori del presentatore - quelli legati a clan camorristici - avevano dichiarato il falso allo scopo di ottenere una riduzione della loro pena. Ma Tortora restò per 3 anni agli arresti domiciliari. Di queste accuse il presentatore morì (era il 1988), e mai nessun magistrato di quel processo aveva pubblicamente manifestato pentimento o rimorso. Le scuse - Le scuse arrivano a distanza di anni. Oggi Marmo in una intervista al Il Garantista, il nuovo quotidiano di Piero Sansonetti, ammette di avere sbagliato e chiede scusa alla famiglia. "Ho richiesto la condanna di un uomo dichiarato innocente con sentenza passata in giudicato. Poi, Marmo torna sulla requisitoria in cui definì Tortora come "un cinico mercante di morte", riferendosi alla presunta (e inesistente) attività di trafficante di cocaina. "Mi lasciai prendere dal mio temperamento. Ero in buona fede. Ma questo non vuol dire che usai sempre termini appropriati. Mi feci prendere dalla foga", dice ora al quotidiano. Cerca di spiegare anche il silenzio di questi anni. Spiega di non avere parlato prima perché "ho creduto che ogni mia parola non sarebbe servita a niente. Che tutto mi si sarebbe ritorto contro. Ero Diego Marmo, l'assassino morale di Tortora e dovevo tacere". Ma è proprio perchè "Tortora si comportò da vero uomo" e rinuncio all'immunità parlamentare, che Marmo censurà l'uso strumentale del caso. L'ex pm è stato oggetto di polemiche nei giorni scorsi quando il 17 giugno (stesso giorno in cui fù arrestato Tortora nel 1983) è stato nominato assessore alla legalità a Pompei, suscitando le protesta del Movimento 5 stelle e di Forza Italia.