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Aleksander Litvinenko, il documento: fa il nome di Romano Prodi

Il non meglio identificato Ufficio stampa del Professor Romano Prodi (tutto rigorosamente con la maiuscola) accusa Libero di non aver senso del ridicolo e di aver «riesumato» vecchie accuse della commissione Mitrokhin. In realtà, e l'ufficio stampa si guarda bene dal precisarlo, il nostro quotidiano si è limitato a segnalare che le carte della vecchia commissione parlamentare italiana sono state inglobate in un'inchiesta governativa britannica sull'uccisione dell'ex 007 russo Aleksandr Litvinenko, guidata dal giudice dell'Alta corte Robert Owen. Si tranquillizzi l'u.s. del Professore: non si tratta di un articolo per archeologi della notizia, ma di un croccante servizio di cronaca (più o meno indigesto a seconda dei gusti). Infatti nell'inchiesta inglese è stato dato ampio spazio alle accuse di almeno tre ex 007 sovietici contro l'ex premier italiano, accusato di aver avuto legami con il Kgb. È pubblicato nero su bianco sul sito inglese dell'inchiesta Litivinenko («Litvinenko inquire»), alla voce «evidence», prova. Chi scorre l'elenco non può non notare l'ultima voce: «Statement by Alexander Litvinenko regarding Prodi». Traduciamo: «Dichiarazione di Alexander Livinenko riguardante Prodi». L'u.s. avrebbe potuto appurarlo semplicemente digitando l'indirizzo del sito indicato su Libero e anche se non mastica la l'idioma della perfida Albione, avrebbe potuto riconoscere nella jungla di vocaboli inglesi, una parola a lui famigliare: «Prodi». Ci teniamo a precisare che nonostante il Professore negli anni abbia dimostrato di avere ottimi, intensi e proficui rapporti professionali (come consulente) con i paesi dell'ex blocco socialista, noi con difficoltà riusciamo a immaginare un Prodi in versione «Dalla Russia con amore», questo non toglie che se tali accuse le recepisce un'inchiesta governativa britannica (nel 2015, non nel Pleistocene) il fatto sia una notizia. Secondo noi da prima pagina. Ci sono interessi elettorali dietro a questa decisione? È vero, i britannici hanno Prodi cordialmente «on the balls» dai tempi in cui era presidente della Commissione europea, ma per questo l'inchiesta del giudice Owen è un complotto? La cosa certa è che il consulente della Mitrokhin Mario Scaramella, testimone a Londra, sia stato preso sul serio e ringraziato ufficialmente dagli inquirenti di Sua maestà britannica. Per verificarlo consigliamo all'entourage del Prof la lettura dei due verbali con le sue testimonianze pubbliche. L'u.s. di Prodi insinua, senza farne il nome, che Scaramella sia stato condannato per falsa testimonianza. Ma il diretto interessato nega che questo corrisponda al vero. Scaramella sostiene di aver patteggiato una pena per calunnia nei confronti di Alexander Talik capitano del Kgb. «Ma anche questa vicenda è stata interamente ricostruita a Londra per esigenze della Corte e senza accuse nei miei riguardi» dichiara a Libero l'ex consulente della Mitrokhin. Rispetto alle accuse di Litvinenko l'onorabilità di Prodi non è mai stata difesa ufficialmente in un'aula di tribunale italiano. Infatti il Professore preferì non sporgere denuncia contro i suoi presunti calunniatori. Non lo ha fatto perché trovava inverosimili le accuse? Per bonomia o per la sua fede cattolica, propensa al perdono? Di fatto non ha chiesto neanche un euro di risarcimento e sappiamo che il Prof, da buon economista, non dovrebbe disdegnare un legittimo indennizzo. Di certo la procura di Roma, che procedeva per la calunnia nei confronti del capitano Talik, non approfondì mai la reale consistenza della documentazione della Mitrokhin, come ammise al cronista uno degli inquirenti che si occuparono della vicenda. Adesso il materiale raccolto da Scaramella & c., senza escludere che possa essere ciarpame, è stato recuperato ed è diventato fonte di «prova» in un'inchiesta britannica. E questa non è una notizia? Se l'u.s. del Professore ritiene ridicolo tenerne conto gli possiamo consigliare un corso di recupero in giornalismo. Intanto per i nostri lettori pubblichiamo in esclusiva l'audio originale delle dichiarazioni di Litvinenko su Prodi. Le stesse che nei giorni scorsi la corte londinese ha reso pubbliche sul sito «Litvinenko Inquire». di Giacomo Amodori

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