Rakitic, non solo "baci gay": ecco le magie del croato
Ha vinto l'Europa League, è stato il miglior giocatore della finale, sta per andare al Barça al posto di Fabregas - mica di Sbirulino - e gli hanno anche attribuito un bacio gay. Eppure non se lo fila nessuno. Ivan Rakitic potrebbe farsi esplodere a centrocampo senza destare molta più attenzione di un tweet di Flavia Vento. Ma sarà l'uomo in più della Croazia al Mondiale. “In più” s'intende rispetto ai famosoni Modric, Mandzukic e il signorino Kovacic, che mezzo mondo aspetta di vedere stasera nel terrificante esordio contro il Brasile padrone di casa. Seppur nato in Svizzera da genitori in fuga dalla guerra nella ex Jugoslavia, Rakitic quando ha dovuto scegliere quale maglia vestire non ha avuto dubbi: quella del suo Paese. Cresciuto calcisticamente nel Basilea, al momento di fare il salto di qualità la famiglia lo spinge a scegliere lo Schalke 04, puntando sulla conoscenza della lingua tedesca come arma in più per velocizzare l'ambientamento. In quasi tre anni i suoi assist e la sua instancabile corsa garantiscono al club ottimi piazzamenti in Bundesliga e in Champions (nel 2008 lo Schalke accede per la prima volta nella storia ai quarti). Ma i titoli di giornale sono sempre per qualche altro croato: una volta è Mandzukic, un'altra è Olic, poi Modric va al Real Madrid e l'Inter porta a casa Kovacic. Rakitic non fa notizia. Nel gennaio 2011 lascia la Germania per il Siviglia. Nella Liga rende come non mai ed è uno dei pilastri che sorreggono la parabola d'oro della squadra, culminata con l'E-League vinta un mese fa battendo ai rigori il Benfica. Erano tutti certi che a quel punto Rakitic sarebbe finito in prima pagina. Così è stato, ma non tanto per la coppa quanto per un bacio malandrino. Un fotogramma sparato su metà dei siti della terra immortalava Ivan con la bocca appiccicata a quella del compagno Daniel Carriço. Neanche il tempo di far seccare l'inchiostro sui tabloid che l'Arcigay ne aveva fatto due idoli e Vladimir Luxuria aveva proposto Rakitic come Nobel per la pace. Sono bastate poche ore per capire che il «bacio gay» era un bacio sulla guancia finito fuori sede nella concitazione del momento. Per i più romantici, possiamo aggiungere le parole pronunciate da Rakitic in un'intervista del 2012: «Rispetto gli omosessuali ma preferisco non averne nella mia vita, o nello spogliatoio». Abbastanza chiaro. di Fabio Corti