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Scilipoti a Bechis: "Il complotto contro Berlusconi, il Papa e la Boschi"

"Le pressioni dall'estero? Furono fra i motivi per cui feci la mia scelta nel 2010. Fu anche per quel motivo, per le voci che circolavano fin da sei mesi prima, che decisi di appoggiare il governo di Silvio Berlusconi, scegliendo per il mio paese". Non aveva bisogno delle rivelazioni dell'ex segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, per scoprire il complotto uno come Domenico Scilipoti, oggi senatore di Forza Italia e fra il 2010 e il 2011 certo parlamentare chiave delle vicende politiche dell'epoca. "Guardi, le scelte che ho fatto mi sono costate care", ha spiegato Scilipoti a l'Abitacolo, la web trasmissione del sito Internet di Libero, "e per un anno ho dovuto essere protetto dalla scorta per le minacce ricevute. Però era necessario prendere una decisione che guardava all'Italia più che a Berlusconi e ai suoi alleati". Scilipoti fu fondamentale per fare restare in piedi nel 2010 il governo Berlusconi, che anche grazie a lui resistette alla spallata tentata da Gianfranco Fini. Ma nel 2011 qualcuno cercò di contattarla per farle fare un passo indietro? "Me lo chiesero in tanti, ma era normale perché queste richieste venivano da chi avversava quel governo. Mi dicevano che Berlusconi era finito, che era inutile impiccarsi lì. Ma io non ho mai dimenticato la lezione del mio maestro Giuseppe Saragat: l'interesse del mio paese viene prima di qualsiasi considerazione politica". Fu contattato anche in via diretta o indiretta da qualcuno che stava all'esterno? Funzionari di ambasciate, o di istituzioni europee? "Io no - assicura Scilipoti - però era chiaro come il sole che non avrebbero avuto bisogno di un contatto diretto né con me né con altri parlamentari di maggioranza. C'erano decine di parlamentari eletti in partiti diversissimi fra di loro che già erano a disposizione degli interessi di paesi al di là delle Alpi. C'erano allora e ci sono ancora oggi…". E perché l'avrebbero fatto? "Per affari. Interessava economicamente l'Italia. Avevano bisogno di qualcuno che facilitasse i loro affari". Nel suo viaggio nell'Abitacolo Scilipoti poi parla di Matteo Renzi e del suo governo ("Non hanno il dono dell'umiltà e non sono corretti umanamente"), della sua fede religiosa, di Papa Francesco che "pone l'accento su altro, ma non nega i valori non negoziabili", e anche del suo mestiere di ginecologo "che ho interrotto per correttezza perché non si possono fare due lavori, ma che tornerò a fare perché dopo tre legislature non si può continuare a fare politica. Io torno dalla mia famiglia e alla mia vita di prima". di Franco Bechis

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