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Rom, l'assassino resta in carcere. La sorella: "Non preoccuparti uscirai presto"

Ha ammesso di essere alla guida della Lancia Lybra che il 27 maggio scorso ha travolto nove persone a Roma, uccidendo una donna, e di non essersi fermato all'alt intimato dalla polizia per paura: era senza documenti e temeva di pagarla cara. Antony, il rom di 17 anni, fermato assieme al fratello 19enne dopo una fuga di alcuni giorni, deve però restare in carcere. Il gip del tribunale dei minori, che lo ha interrogato ha convalidato il auo arresto ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare per concorso in omicidio volontario con dolo eventuale, reato contestato anche al fratello maggiore e alla convivente di 17 anni, la prima ad essere finita in manette dopo quell'assurdo inseguimento in via Mattia Battistini concluso nel sangue. Ma dalla trasmissione "Dalla parte vostra" condotta da Paolo Del Debbio, arriva la rassicurazione della famiglia rom. "Tranquilli, tanto fate poca galera", ha detto la sorella di Antony ai microfoni dell'inviato del programma. A convincere i suoi fratelli a consegnarsi alla polizia sarebbe stata la madre. "Non devono mettersi a piangere, non devono disperarsi perché avranno una pena bassa. Dal carcere si esce...", ha ribadito la sorella. "Fatti coraggio", ribadisce "sarà per per poco, non per tanto. Poi tornerai presto a casa da noi". Dallo studio Del Debbio si innervosisce e la interrompe: "Non ritiene che dovrebbero restare di più, per essere rieducati?". La risposta della rom è stata: "No, sono già educati. Potevano anche morire loro. Antony è un bambino. Se avesse avuto 18 anni si sarebbe fermato".

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