Parigi, un teste: ero in metrò, c'era una basista
Parigi anche il mattino dopo è una città in stato di assedio. "La polizia chiede di restare a casa", racconta Elena Mazzarino, una operatrice culturale che da 30 anni vive nella capitale francese, "qualcuno in giro c'è, ma la paura è tanta". Elena racconta anche un episodio particolare che le è accaduto ieri sera proprio nelle ore degli attentati: "Lavoro in teatro, e sono uscita per tornare a casa poco dopo le 22 e 30 ignara di tutto. Ho preso la metropolitana e all'uscita ho visto una giovane con il velo che parlava concitatamente al telefono con qualcuno chiedendo istruzioni su cosa doveva fare. Mi sono avvicinata per chiederle se aveva bisogno di una mano e immediatamente la polizia l'ha circondata e portata via. Sembra fosse una basista degli attentatori". Elena racconta che oggi la paura è soprattutto quella: "L'attentato è stato organizzato da persone che hanno aiutato, e che oggi sono in giro per Parigi". La Mazzarino che abita a fianco della vecchia sede di Charlie Hebdo racconta come la tensione e il livello di sicurezza si siano abbassati poche settimane dopo, e ciascuno cercasse di recuperare una vuta normale: "Solo una volta mi è capitato che ci facessero uscire tutti dalla Gare du Lyon, lasciandoci fuori per più di due ore per timore di un attentato". Oggi però "bisogna stare in casa, non andrò più al cinema né in luoghi pubblici. Avevo già detto a mio nipotino che era venuto qui come turista di non entrare a Notre Dame, che è un obiettivo sensibile. Non fate venire qui i vostri figli ora, mi raccomando!". di Franco Bechis