Peppuccio, l'uomo che ha fregato la sicurezza di Mattarella
Quando lo incontri in giro per Roma, quasi sempre davanti ai palazzi della politica e ti aggancia per dirti che bisogna assolutamente rifondare la Democrazia Cristiana, puoi anche chiederti chi è. Peppuccio ti risponde sempre: "Politico cattolico calabrese", e devi fidarti della sua storia. E se stai a sentirlo scoprirai che ha fatto praticamente da solo la storia di Italia, e ha anche tutte le soluzioni per risolvere quella futura. Peppuccio è una sorta di istituzione, che conosce chiunque frequenti i palazzi della politica, dove lui non può entrare, ma che conosce a fondo. È lì intorno dall'inizio degli anni Ottanta, o almeno io lo vedo da quel periodo, ma a sentirlo c'era già nella notte dei tempi. Chissà come Peppuccio è arrivato al Meeting per l'incontro inaugurale con Sergio Mattarella. Giornata difficile, perché con il Capo dello Stato è sbarcata una task force di sicurezza che ha filtrato ogni accesso in sala. Anche ai giornalisti non è stato possibile avvinarlo. Ma a Peppuccio sì, perché ha bypassato come solo lui sa fare tutti i controlli ed è riuscito a piazzarsi lì, a pochi centimetri da Mattarella, come un ospite di onore per quanto privo di qualsiasi accredito. Ogni volta che noi giornalisti cercavamo di filmare il capo dello Stato non c'era verso, in mezzo sempre Peppuccio. Nessun poliziotto, nessun agente dei servizi gli ha chiesto nulla, e lui era lì pronto a parlare con tutti quelli che contano, a spiegare come salvare l'Italia con lo scudo crociato... di Franco Bechis