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Giulio Tremonti, l'euro e l'errore fatale: la banconota che avrebbe potuto salvare gli italiani

"Il fatto di non prevedere una banconota da un euro è stato un errore". Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia dei governi di Silvio Berlusconi, intervenendo all'evento Noi e l'euro: 20 anni di storia organizzato da Assoeureca.eu spiega perché una semplice banconota di carta, e non una moneta, avrebbe potuto salvare l'Italia dall'esorbitante rincaro dei prezzi avvenuto 20 anni fa, nel giro di pochi giorni: "L'Italia non era pronta a utilizzare monete di alto valore. Le monete da un euro sono state usate come mancia al bar quasi in automatico. Avremmo dovuto fare una banconota da un euro come per il dollaro".

"L'ingresso nell'euro dell'Italia ha sicuramente dato stabilità - sottolinea il professore -. Ma il grande errore politico è stata la stupidità delle politiche Ue. La globalizzazione è entrata in Europa trovandola impreparata. L'Ue ha creato un'infinità di regole per le imprese, imprese in competizione con imprese senza alcuna regola". E alla fine, ad avvantaggiarsi, è stato il resto del mondo industrializzato. Ma sulla nascita della moneta unica e l'ingresso dell'Italia "a tappe forzate" secondo l'ex ministro circolano troppe leggende metropolitane. Prima fra tutti: il merito attribuito quasi esclusivamente a Romano Prodi, ex premer ulivista nonché ex presidente della Commissione Ue.

"Ricordo bene come mi disse un grande presidente svizzero - ricorda ancora Tremonti -, che i banchieri tedeschi non volevano l'Italia nell'Euro e che gli industriali tedeschi temevano un'Italia fuori dall'euro e competitiva. L'ingresso nell'euro dell'Italia non è un merito di Prodi ma perché si pensava che un'Italia fuori dall'euro sarebbe stata troppo competitiva". Parole peraltro che fanno il paio con quelle dello stesso Prodi, che ha rivelato come i primi a festeggiare per la nascita della moneta unica europea fosse il regime comunista della Cina, desideroso di potersi inserire nella guerra delle valute tra euro e dollaro.

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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