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Mecca, la strage: 700 morti e 800 feriti nella ressa del pelligrinaggio

Almeno 717 pellegrini sono morti nella ressa, fra la calca, schiacciati o calpestati, a Mina, città santa a 5 chilometri dalla Mecca. Volevano festeggiare il primo giorno di Eid al-Adha, la festa del sacrificio, con il rituale pellegrinaggio verso la città santa. Per l'occasione si erano radunate circa 2 milioni di persone. Oltre che il numero impressionante dei morti, c'è quello dei feriti, che secondo le ultime stime superano le 800 persone. A diffondere i dati della tragedia è stata la Protezione Civile dell'Arabia Saudita, come riferisce la tv satellitare al-Arabiya. Per ora, il canale tv arabo è l'unico che ha provato a spiegare le dinamiche dell'accaduto parlando di una "fuga improvvisa" dei pellegrini che così sarebbero caduti e inciampati gli uni sugli altri. Sul posto sono accorsi oltre 4mila soccorritori anche per mantenere la calma fra gli altri fedeli. I precedenti - Dure le accuse della comunità internazionale sulla vicenda anche perché non è il primo episodio di questo tipo alla Mecca. In 25 anni, i morti per la folla e la calca, sono stati 2.800. Il peggior precedente è accaduto il 3 luglio 1990 quando in una galleria sono morti 1426 pellegrini.  Le festa - La ricorrenza del Eid al-Adha, o festa del sacrificio, che coincide con il terzo giorno del pellegrinaggio verso La Mecca, in Arabia Saudita. La festività ricorda il sacrificio di un agnello da parte del profeta Abramo, compiuto come gesto di riconoscenza a Dio per averlo fermato all'ultimo momento prima di uccidere il figlio Ismaele. Oltre ad avere un grande significato religioso e sociale, la Id al-Adha - in cui vengono sacrificati agnelli e montoni - evidenzia il ruolo centrale che la carne ha come alimento nella cultura araba: lo stesso Maometto disse in un hadith (cioè uno degli aneddoti sulla vita del profeta) che «la carne è il migliore alimento del mondo». 

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