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Kenya, Obama arriva in Kenya per la prima volta in Africa ma non visita Kogelo

Il Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama è stato accolto con un bel "Welcome Home", "Bentornato a casa", al suo arrivo in Kenya. L'abbraccio della sorellastra Auma, oltre a quello del presidente Uhuru Kenyatta e ad altri dignitari keniani.gli hanno dato una calorosissima accoglienza dopo 8 anni di separazione con la sua terra d'origine. Ma tra l'emozione del momento e la gioia per essersi finalmente ritrovati, un dettaglio domestico è destinato a lasciare l'amaro in bocca. Il Presidente infatti ha dovuto rinunciare per motivi di sicurezza alla visita della cittadina di Kogelo. Tantissimo rammarico per la mancata visitata al villaggio a 310 km da Nairobi dove Obama senior è nato, cresciuto ed è stato sepolto. Un appuntamento atteso da tutti con eccitazione ma che però Obama mancherà. Il terribile bidone - Per rimediare al bidone il 'figlio dell'Africa' ha invitato la nonna 'Mama Sarah', la zia che si è occupata della crescita del padre, in hotel a Nairobi per averla vicina insieme ad altri familiari. Ma nonostante ciò i giornali e le tv africane sono popolate da una grande quantità di parenti (zii, cugini, pronipoti e fratellastri) sbucati fuori dal nulla che reclamano a gran voce il presidente afroamericano. Una voce che si è arrivata a minacciare il suicidio. Un gruppo di 18 studenti infatti in un tentativo di attirare l'attenzione di Obama, ha annunciato di poter arrivare a togliersi la vita se non avessero visto Barack recarsi nel loro ateneo. Alcune studentesse poi hanno seguito la scia dei colleghi, dichiarando che se lui non arriverà nella loro accademia, faranno pipì sull'albero piantato dal presidente in persona 9 anni fa in occasione dell'ultima visita nel campus. Disagio, silenzio e le numerose situazioni imbarazzanti hanno caratterizzato le prime ore africane del numero uno della Casa Bianca. Meno male che doveva essere semplicemente una visita ufficiale, un'opportunità e un'apertura cruciale per gli Stati Uniti nel tentativo di rafforzare i rapporti già solidi che gli Usa hanno nel continente.

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