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Jannik Sinner, la porcheria di Wawrinka: "Non ci credo più", peggio di Kyrgios

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La sospensione di tre mesi per Jannik Sinner, relativa al caso Clostebol e dopo l’accordo tra il 23enne e la Wada, ha scatenato inevitabilmente le reazioni di altri tennisti. Alcuni di loro, inevitabilmente, si sono scatenati contro il 23enne: inevitabilmente Nick Kyrgios, ma anche Stan Wawrinka, campione di tre Grand Slam e uno dei veterani dello sport. Quest’ultimo lo ha fatto su X (l’ex Twitter) con un post: “Non credo più in uno sport pulito”, le sue parole. Gli ha fatto subito seguito l’australiano, replicando al post del polacco: Anche io e te”. 

Poi Nick ha definito l’accordo tra Sinner e l’Agenzia mondiale antidoping come un “giorno triste per il tennis”, sostenendo che c’erano doppi standard in gioco. Sostenendo in particolare questo: “Quindi Wada esce e dice che sarebbe una sospensione di 1-2 anni — ha aggiunto —. Ovviamente, il team di Sinner ha fatto tutto il possibile per ottenere una sospensione di 3 mesi, nessun titolo perso, nessun premio in denaro perso. Colpevole o no? Giorno triste per il tennis. La giustizia nel tennis non esiste.”

 

 

Insomma, come al solito l’australiano ci è andato giù duramente, non risparmiando il solito attacco al 23enne pusterese. Al coro si è aggiunto anche l’ex numero 1 britannico Tim Henman, che ha messo pure lui in discussione come sia stato gestito il caso e se la punizione sia stata negoziata: “Non penso ci sia modo che stesse cercando di imbrogliare — le sue parole — ma quando leggo questa dichiarazione, sembra un po’ troppo comoda. Parole come ‘accordo’ e ‘risoluzione’, sembra quasi una negoziazione”. Jannik ritorna “giusto in tempo per Roland Garros, completamente riposato e senza perdere premi in denaro o punti di ranking — ha concluso — Lascia un sapore piuttosto amaro per lo sport”.

 

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