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Jannik Sinner, Panatta fuorioso: "I raggi X doveva usare?", cosa lo fa sbottare

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Adriano Panatta non ci sta e al carrozzone antidoping che ha messo nel mirino Jannik Sinner ne canta quattro sulle colonne del Corriere della Sera: "Bene ha fatto Jannik Sinner a liberarsi con un colpo di spugna di tutto il ciarpame che è affiorato sul mare nel quale l’hanno costretto a bagnarsi, dalle sciocche invettive alle ipotesi fantasiose a uso personale, magari solo per avere un like in più, dalle esasperanti finzioni di chi preferiva non capire ai vaneggiamenti dei soliti difensori dei diritti sbagliati. E pazienza se, operando nella direzione del patteggiamento che ha risolto la vertenza prima del processo fissato per il 16-17 aprile, ha finito per fare un regalo grande alla Wada, il carrozzone antidoping che si è sentito in dovere di entrare lancia in resta su una vicenda già passata in giudicato (con l’assoluzione completa del nostro giocatore da parte dell’Itia) pur di riattizzarla solo per ribadire la propria centralità nelle decisioni relative al doping".

E ancora: "Scornacchiata dalla poderosa onda anomala di polemiche sollevate da chi si è sentito in dovere di schierarsi dalla parte di Sinner, la Wada è stata costretta ad accettare la non colpevolezza di Jannik, per rifugiarsi in una linea accusatoria, furba quanto pericolosa, che tirava in ballo la responsabilità del tennista nei confronti del proprio team. Che cosa avrebbe dovuto fare Jannik? Disporre un sistema di rilevazione a raggi X nella stanza del proprio albergo, nel quale far transitare i membri del team con i loro rispettivi borsoni? Affidarsi a un manipolo d’investigatori privati che ne seguisse ogni mossa? Interrogarli uno a uno da dietro una lampada puntata sui loro occhi?". Un siluro in piena regola diretto a chi, da rosicone, gode in queste ore. 

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