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Charlie Recalcati stupisce il basket: "Milano o Bologna? Ecco da chi può arrivare la vera sorpresa"
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Nel senato accademico del basket italiano, Carlo “Charlie” Recalcati occupa un posto d’onore per le medaglie che si è guadagnato in carriera, prima da giocatore e poi da allenatore. Con Cantù ha vinto tutto quando era un cecchino infallibile e bucava la retina, da coach ha conquistato tre scudetti a Varese, Bologna e Siena, poi da ct ha guidato la nazionale a una fantastica medaglia d’argento olimpica. Per Libero fa le carte alle Final Four di Coppa Italia che iniziano oggi.
Recalcati, la Coppa Italia con otto squadre finaliste è un format che funziona, no?
«Parecchio. A Torino hanno venduto 40.000 biglietti per tutte le gare. La gara secca ad eliminazione piace, emoziona e diverte».
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Storicamente la Coppa Italia finisce sempre a una squadra outsider, come mai?
«Proprio per l’imprevedibilità che ha una gara senza domani dove può succedere veramente di tutto in 40 minuti.
Che la più squadra più forte non imbrocchi la giornata giusta, ad esempio. Nel 2023 ha vinto a sorpresa Brescia, lo scorso anno il colpaccio lo ha fatto Napoli. E sempre a scapito di due big come Virtus e Armani».
Che, oggi, se la vedranno subito in quella che può essere considerata la finale anticipata.
«Esatto. Io sono milanese e quindi immagini per chi tifo. ma oggettivamente l’Armani hai favori nel pronostico».
Entrambe hanno valanghe di infortunati, però.
«Milano dovrà fare a meno di Nebo e Mirotic, la Virtus di Clyburn, Zizic e Morgan al rientro. Messina però è riuscito a dare una quadratura al gioco d’attacco di Milano».
In che senso?
«Senza Mirotic i tiri in attacco se li stanno dividendo Le Day e Mannion, oltre a Shields. E questo consente una circolazione della palla sempre buona anche in assenza di una stella qual è Mirotic».
Una finalista uscirà da questa sfida?
«Sì. Chi vince fra Milano e Bologna arriverà alla finale di domenica».
E fra le altre sei?
«Penso che l’altra esca dalla sfida di domani fra Trento, che è una possibile outsider, e Trapani che sino a un mese fa rappresentava la vera sorpresa in campionato».
Perché negli ultimi anni La Coppa Italia è finita nella bacheca di squadra buone ma non vere big?
«Perché le cosiddette big giocano troppo e si stressano. In alcune settimane Milano e Bologna sono costrette a quattro partite la settimana quando c’è il doppio turno di Eurolega. Quindi non ci si allena bene, si viaggia e molti giocatori si infortunano».
Lei giocava tre partite alla settimana con Cantù.
«Era un altro basket, giocavamo più lenti e, forse ragionavamo anche di più. Ma oggi la velocità è pazzesca e porta stressa, fisico e mentale. Quindi Milano o Bologna arrivano alla Coppa italia e possono perdere una partita secca».
A proposito di Eurolega: le piace?
«Molto, la preferisco anche all’Nba dove non c’è pallacanestro ragionata. Anzi, lo dico proprio: questa Nba non mi piace».
Però si vocifera di un’entrata europea dell’Nba. La lega americana vorrebbe creare nel nostro continente un’Eurolega alternativa. Cosa ne pensa?
«Sicuramente un campionato organizzato dall’Nba con squadre già esistenti da noi, penso al Real Madrid, all’Armani, alla Virtus, alle franchigie greche e alle turche ammazzerebbe l’Eurolega attuale».
E i campionati nazionali?
«Perderebbero qualità, magari non interesse».
A proposito di interesse: perché il basket non funziona in televisione?
«Perché il campionato e l’Eurolega devono essere trasmessa in chiaro non su canali a pagamento. È una mia vecchia battaglia».
Lei ne ha sostenute tante di battaglie, in campo e in panchina. La soddisfazione più grande?
«Difficile sceglierne una, probabilmente il raggiungimento della finale olimpica del 2004 con la nazionale, dopo la semifinale vinto contro la fortissima Lituania. Vincemmo l’argento e fu fantastico».
Lei era nel staff della Nazionale di Pozzecco; cosa attendersi dal futuro dei nostri azzurri?
«La voglia di crescere. Il Pozz è un allenatore unico nel senso che chiede alla squadra di divertirsi, di avere voglia di giocare e dà libertà in campo. Non li ingabbia. Abbiamo tanti giovani promettenti. Due nomi sui quali puntare? Niang di Trento, un’ala molto interessante. E Dame Sarr. Nel futuro azzurro loro due ci sono».
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