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Nicola Pietrangeli sfida ancora Jannik Sinner: "Vediamo a fine carriera..."

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"Noiosetta. Ma perché era troppo sbilanciata": Nicola Pietrangeli lo ha detto a proposito della finale degli Australian Open tra Jannik Sinner e Alexander Zverev, poi vinta dall'azzurro numero uno al mondo. Intervistato da Repubblica, l'ex campione di tennis ha spiegato: "Zverev - che è il numero due del mondo, non uno qualsiasi – non se n’è neanche accorto. Ha perso tre set a zero, nettamente. Oggi le partite di Sinner sono scontate. Lui non sbaglia mai una giornata perché si diverte. Poi guadagna una valanga di soldi, è l’uomo più famoso d’Italia, è giovane, ricco, un bel ragazzo. Cosa volere di più?”.

Pietrangeli, poi, ha definito l'altoatesino di 23 anni "imbattibile perché è il più forte. Odio sentirmi chiedere: ‘Cosa può fare adesso Sinner per migliorare?’. È già il numero uno al mondo, gli devono fare una classifica apposta? Nel 2024, scherzando, avevo detto che da quest’anno avrebbero dovuto dargli un punto di svantaggio per ogni game contro tutti gli avversari, per equilibrare un po’ le partite”.

Commentando il fatto che il tennista, a soli 23 anni, abbia vinto il suo terzo torneo del Grande Slam, mentre lui si è fermato a due, Pietrangeli ha detto: "Si vedrà alla fine della sua carriera, quando io naturalmente non ci sarò più, quanti Slam avrà vinto e quanti record avrà battuto. Però uno è imbattibile: le mie 164 partite giocate in coppa Davis. Quello non si tocca".

 

 

 

In ogni caso, secondo lui, non hanno senso i paragoni tra tennisti così lontani nel tempo: "Ognuno è stato bravo nella sua epoca. Abbiamo giocato in tempi diversi, soprattutto dal punto di vista economico. Sinner ha guadagnato più di due milioni di euro vincendo a Melbourne. A me per il successo a Parigi hanno dato 150 dollari. Adesso è così, beato lui: è il numero uno nel momento giusto”. In più, oggi è tutto diverso. "Se oggi si affrontassero Fangio e Verstappen con le macchine usate in pista da ognuno dei due, chi vincerebbe? Le racchette di adesso ti fanno tirare più forte, non c’è dubbio, e i tennisti sono allenati molto meglio. Mille cose messe insieme e la somma è un altro gioco rispetto a prima”, ha chiosato l'ex tennista.

 

 

 

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