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Sinner e Cahill, "game over". Le parole pesantissime di coach Colangelo: cos'ha portato al divorzio

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"Game over". Così, senza troppi giri di parole, Fabio Colangelo descrive il clamoroso divorzio anticipato tra Jannik Sinner e Darren Cahill, il suo allenatore. L'australiano, l'uomo che ha portato (o riportato) ai vertici del tennis mondiale gente come Andre Agassi, Lleyton Hewitt o Simona Halep, a detta di molti è il miglior coach attualmente in circolazione e l'artefice dell'esplosione dell'altoatesino.

I due fanno squadra dal giugno del 2022, quando Jannik aveva solo 21 anni ed era ancora una grande promessa. Nel giro di pochi mesi, lo ha trasformato in una macchina da trionfi. Qualcosa però si è rotto, soprattutto nella testa di Cahill. A rivelarlo un po' goffamente è stato lo stesso, imbarazzatissimo Sinner dopo la sofferta vittoria contro Schoolkate al secondo turno degli Australian Open. Le loro strade si divideranno alla fine di questa stagione, in anticipo sui piani dell'australiano.

 

 

 

Colangelo è un collega di Cahill, coach di un altro italiano, Lorenzo Sonego, che ieri ha festeggiato una bella impresa, la vittoria in cinque set contro il baby prodigio brasiliano Joao Fonseca. "Lorenzo sta andando bene, ha fatto una gran bella partita ed è stato proprio bravo. Non era scontato perché è una partita difficile per mille motivi: l'avversario era forte, il clima non era semplice perché sembrava di giocare in Brasile con tutto il casino che hanno fatto. Poi considerate anche come si era messa la partita al primo set, ha avuto tante chance perse e anche il quinto set è stato duro. Ha gestito molto bene due momenti difficili della partita ed è stato molto bravo a inizio secondo set a rimanere lì con un atteggiamento corretto e dimenticare quello che era successo. Anche quando entrambi hanno alzato molto il livello non ha abbassato mai la soglia dell'attenzione, non è banale", ha commentato a caldo con il magazine Mowmag, prima di dire qualche parola (illuminante) sull'affaire Sinner. 

 

 

 

"Cahill? Non è stata una decisione presa perché si metterà a fare altro, anzi. Penso che si voglia prendere una tregua. La sua carriera dice 'game over': alla fine ha allenato per moltissimi anni e quindi non penso che andrà ad allenare qualcun altro, semplicemente non ce la fa più a fare quel lavoro lì". E ora, chi prenderà nel suo team Sinner? "Se oltre a Vagnozzi avranno bisogno di qualcun altro, credo che sceglieranno comunque un profilo molto alto".

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