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Sinner trema, rimonta e batte Schoolkate: il clamoroso gesto di stizza in panchina

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Dura un set e mezzo lo sconcerto di Jannik Sinner e dei tifosi italiani. Quando lo stato di grazia di Tristan Schoolkate, agli Australian Open si torna alla normalità e l'azzurro, numero 1 al mondo, pareggia, rimonta e vince un match sorprendente, a tratti folle. 

L'altoatesino vola il secondo turno superando il padrone di casa semisconosciuto in quattro set 4-6, 6-4, 6-1, 6-3. Ma la notizia che fa il giro del mondo è che il Rosso di San Candido ha perso un parziale, dopo 49 successi di fila. Non accadeva dallo scorso ottobre, quando vinse 2-1 all'Atp 1000 di Shanghai lasciando però un set all'argentino Etcheverry. Un dato che conferma al tempo stesso lo straordinario dominio del 23enne ma che è anche un piccolo campanello d'allarme per il futuro del torneo che sta affrontando da detentore in carica. Se il passaggio a vuoto sia buono solo per le statistiche, per così dire fisiologico, o se sia sintomo di una forma ancora da perfezionare lo si capirà al terzo turno, dove affronterà lo statunitense Marcos Giron, che ha sconfitto in 5 set proprio Etcheverry. 

Resta la mezza impresa di Scholkate, numero 173 del ranking Atp, due sole vittorie in carriera nel circuito maggiore (una pochi giorni fa, al primo turno contro il favorito giapponese Taro Daniel). Da agnello sacrificale si trasforma in mina vagante, gioca un primo set fantascientifico tutto serve & volley vecchio stile, un approccio un po' naif e anacronistico che spiazza Sinner, molto falloso e incapace spesso di leggere gli attacchi dell'avversario. Melbourne è in visibilio per il suo più improbabile beniamino che dopo il 6-4 iniziale tiene botta anche nel secondo set, quando tutti immaginavano un suo crollo psico-fisico. 

Gioca bene, a tal punto da far temere il peggio per Jannik che piano piano però mette in ordine piedi, polso, mano e testa e si riprende come un caterpillar, ricominciando a macinare il suo gioco. Dalla fine del secondo parziale è una (ipotizzata) marcia a senso unico verso la vittoria, con ancora qualche sussulto d'orgoglio di Schoolkate che non può più cambiare l'inerzia. Ma che non sia stata una prova né facile né felice lo rivela qualche insolita espressione di Jannik, che nel corso del primo tempo alza gli occhi al cielo imprecando e poi, quando conquista il set dell'1-1, si siede sulla seggiola shakerando la racchetta. Qualcuno, conoscendolo, potrebbe interpretare quel gesto quasi impercettibile addirittura come un moto di stizza e di rabbia. Ora sì, si può ripartire.

 

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