Paolo De Chiesa, il dramma della voce Rai: "La mia ex mi ha sparato in faccia"
"Quando è successa la tragedia ero nel pieno delle mie forze, avevo 22 anni, andavo fortissimo, ero tra i primissimi del mondo e questa cosa mi ha ammazzato. Ho perso 12 chili, ero al secondo anno di Medicina e ho lasciato gli studi, ho smesso di sciare": Paolo De Chiesa, ex "Valanga azzurra" dello sci e storico commentatore Rai, 68 anni, si è confessato in un'intervista al Corriere della Sera, parlando di un episodio della sua vita ancora avvolto nel mistero, uno sparo ricevuto sul volto. "Quell'incidente - ha raccontato - è successo vicino a Gallarate, eravamo a casa di gente molto, molto famosa e a sparare è stata la mia ex, una ragazza di Cortina. Io non ho mai fatto i nomi dei responsabili, ho sempre tenuto tutto per me, ho insabbiato tutto e ho coperto tutti, ma alla fine l'ho pagata io perché queste persone non mi hanno mai neppure telefonato, non mi hanno neanche chiesto scusa".
Sulla mancanza di un'inchiesta e di una denuncia che sarebbe dovuta partire in automatico dall'ospedale in cui era stato portato, De Chiesa ha detto: "In effetti me lo sono domandato anch'io tante volte, ma erano altri tempi. Ho raccontato una versione diversa: ho detto che mi era partito un colpo pulendo la pistola e mi sono preso la colpa. All'epoca ero in Guardia di Finanza e probabilmente dall'alto sono arrivate delle direttive per cui non c'è stata un'indagine. È stato messo tutto a tacere. Tornassi indietro non lo rifarei assolutamente, visto poi come si sono comportate le persone. Oggi sarei andato dalla polizia e avrei detto: è accaduto questo, succeda quel che succeda".
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Il trauma, in ogni caso, è rimasto: "Quel male, le conseguenze dirette di quell'episodio così traumatico, le porterò nella tomba - ha spiegato - quella roba lì non ti va più via, ogni secondo della tua vita è presente. Poi per fortuna ho avuto una vita che mi ha anche distratto tanto, ho fatto tanto sport, ho avuto una famiglia e due figli stupendi. Però una vita normale sarebbe stata molto meglio: potendo avrei fatto cambio, anche senza più lo sport". Poi è stato necessario del tempo per un recupero completo: "È stata dura recuperare terreno, fisicamente ero finito e in Coppa del Mondo devi essere una bomba se vuoi essere tra i primi come ero abituato a essere io. I medici erano molto dubbiosi ma alla fine ho strappato un sì e ho ricominciato a fare gare, la trafila, i primi risultati, finché dopo tre anni è arrivato il podio a Madonna di Campiglio ed è stato pazzesco: ero tra i più grandi del mondo, con Stenmark e Mahre sul podio davanti agli altri. Lì ho detto: forse ce l'ho fatta".
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