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Sergio Conceiçao nuovo tecnico del Milan: l'ultimo azzardo, cosa cambia dopo Fonseca

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Molti tifosi, sui social, hanno detto già dall’estate che Paulo Fonseca non sarebbe arrivato a mangiare il panettone. Il portoghese lo ha assaggiato, ma non ha fatto in tempo a digerirlo. Il suo addio al Milan è ufficiale dopo un’altra prestazione deludente per una squadra che l’anno scorso, nonostante la fallimentare stagione con Pioli, era comunque arrivata seconda in campionato. Al suo posto l’ex allenatore del Porto Sergio Conceinção, che di grinta ne ha da vendere anche se il suo arrivo divide la tifoseria. Fonseca ha avuto il suo credo, lo ha perseguito senza cambiarlo mai per adattarlo ai giocatori, trovando alcuni pro ma diversi contro. 

Scelte dubbie come Musah contro la Juve in versione esterno destro d’attacco, nonostante Thiago Motta volesse difendere lo 0-0. I litigi con Theo e Leao, più volte in panchina, i problemi con i senatori della squadra. Oppure i gol presi dagli esterni come quelli di Cagliari e l’assenza di occasione contro il Genoa, per non parlare della trasferta di Verona. L'infortunio di Pulisic non può spiegare tutto. Tra i pro le vittorie contro Inter e Real, giocando il derby con Morata trequartista, mentre al Bernabeu si è visto il più bel Milan di stagione.

 

 

 

L’8 luglio scorso, nel giorno della presentazione, Fonseca parlava di calcio dominante, di idee, di vittorie. Diceva di voler costruire "una squadra coraggiosa, offensiva, dominante, reattiva, che non lascia pensare gli avversari, con un’identità forte”. Non ci è riuscito in cinque mesi e mezzo.

 

 

 

Al suo posto arriva Conceinção, uno col carattere ben più duro di Paulo. Il Milan ha fatto una scelta forte, cambiando il credo dell’allenatore uscente. Tiene meno alla gestione del pallone, è più pragmatico, gioca spesso 4-4-2 o 4-2-3-1 e cerca di più la verticalità. Le sue squadre, più che belle, sono ostiche, dure, concrete. Sergio chiede tanto fisicamente ai suoi calciatori e ama avere un gruppo di giocatori fisici, in sette anni al Porto ha vinto tre scudetti, per due volte è arrivato ai quarti di Champions, altre tre volte ha perso agli ottavi. Frequenta l’Europa abitualmente, insomma. Suo figlio Francisco è ora alla Juve, lo affronterà in Arabia nella Supercoppa italiana. Guai a toccarglielo. A marzo, infatti, è stato denunciato dopo una lite ai margini di un torneo giovanile e nel 2019, in tribuna per un Porto-Benfica Under 19, andò faccia a faccia con un tifoso che aveva avuto parole pesanti verso suo figlio Rodrigo.

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