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Sinner e il doping, "l'accordo sulla squalifica". La soffiata pesantissima del super-avvocato

Roberto Tortora
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Il 2024 per Jannik Sinner è stato un anno trionfale, che ora però volge al termine e costringe a pensare al 2025 come una nuova e più dura sfida da affrontare. Per mantenere la cima del ranking ATP e, soprattutto, per scavalcare l’ostacolo WADA nel modo più indolore possibile. La sentenza del ricorso, in merito alla positività al Clostebol durante l’ultima edizione di Indian Wells, è attesa per il mese di Febbraio, subito dopo gli Australian Open. Che rischi concreti corre il tennista altoatesino e come dovrà gestire la stagione?

Per far chiarezza interviente l’avvocato Angelo Cascella, esperto in diritto sportivo internazionale ed ex-membro del TAS di Losanna. Questa la sua previsione: "Essendo state effettuate delle analisi ed essendo stato dimostrato la sussistenza di tracce dopanti, l’atleta rischia una condanna da uno a due anni. In questi casi possono sussistere il dolo oppure colpa o negligenza. Nel primo caso la condanna può arrivare sino a quattro anni di squalifica, nel secondo, come richiesto per Sinner, si va da uno a due anni".

 

 

 

Perché, però, se l’ITIA aveva assolto Sinner, la Wada ha fatto ricorso? L’avvocato Cascella chiarisce: "Perché la norma prevede che sia vietato trovare, all’interno delle analisi a cui viene sottoposto un atleta, sostanze inserite nella lista di quelle proibite. Se nelle analisi di sangue o urine vengono trovate sostanze vietate di cui atleta e staff sono perfettamente a conoscenza, in questo caso scatta la responsabilità dello sportivo. Lo stesso è infatti responsabile delle sostanze che vengono trovate nel suo corpo e, nel caso di Sinner, alcune di esse sono state rilevate nei controlli svolti il 10 e il 18 marzo 2024. L’atleta avrebbe avuto il diritto di svolgere delle contro-analisi, tuttavia ha preferito non richiederle e per questo motivo è stato automaticamente sospeso".

 

 

 

"Sinner ha fatto ricorso in entrambi i casi e la Federazione – spiega l’ex-membro del TAS - gli ha consentito di tornare a giocare immediatamente. Avendo però trovato delle sostanze nelle analisi, l’atleta ha dovuto giustificare la sussistenza delle stesse, spiegando l’origine di questa presenza. Usufruendo di un tribunale indipendente, l’ITIA ha sentito Sinner, i testimoni e i suoi periti ritenendo come non ci fosse responsabilità da parte dell’atleta. Nonostante ciò, la WADA ha legittimamente esercitato il diritto d’appello impuntando presso il TAS la decisione”. Per far si che Sinner non perda una stagione intera, è plausibile dunque che le parti si accordino e Jannik perda magari i mesi centrali dell’anno, ma possa comunque competere per difendere il suo status nella classifica ATP.

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