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Federica Pellegrini: "I maschi mi hanno sminuita e ancora oggi ci provano"

Roberto Tortora
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Federica Pellegrini si unisce al lavoro della Fondazione Cecchettin, di cui ha già preso parte alla prima riunione. L’ex-campionessa di nuoto, che ha appeso la cuffia più di tre anni fa, si mette in gioco per una causa importante e dice: “Ci metto sempre la faccia, non ho paura di pretendere rispetto. Sono fiera che un uomo capace di tramutare l'orrore in pensieri sani abbia chiamato me. Volevo voci da mondi diversi e, come tutti, sono rimasta colpita dal suo comportamento. Ero alla fine della gravidanza quando Giulia è stata uccisa, mi sono immedesimata in lei, nella famiglia. Io mai sarei riuscita a contenere la rabbia, ma so che è ora di costruire una cultura solida contro la violenza di genere. Mi sono sempre esposta, figurarsi se non lo farò per questo”. La Fondazione, presentata in Parlamento, è stata accolta dal ministro dell’Istruzione Valditara con la convinzione che il patriarcato sia ideologia.

La Pellegrini non ci sta: “No. Il patriarcato esiste e scalcia, con radici ben salde e un retaggio tanto profondo da reggere pure all'educazione delle nuove generazioni che non ne sono più totalmente infuse. Oggi si chiama machismo, sopraffazione, usate i sinonimi che credete, ma sta qui e sarà sempre difficile smontarlo se non cambiamo il linguaggio con cui ogni volta, in modo sempre più subdolo, si sottintende che l'uomo è superiore alla donna. Mi riferisco a certi discorsi da agnellini sotto cui nascondere concetti feroci e violenti”.

 

La Divina racconta a La Stampa anche episodi personali di maschilismo, capitati durante la sua attività in acqua: “Nella mia carriera spesso, molti colleghi maschi hanno cercato di sminuirmi e ancora ci provano”. E oggi cos’è cambiato? “Siamo l'Italia, il delitto d'onore lo abbiamo archiviato giusto qualche decennio fa. Ora stiamo su un doppio binario: le donne hanno trovato la loro voce e la forza di usarla, di denunciare, proprio per questo si è scatenata parallelamente la resistenza di chi non vuole evolvere. Per questo la Fondazione è necessaria, per dare attenzione, ascoltare e sostenere, accompagnare la svolta”. Inevitabile, allora, non fare un riferimento anche a sua figlia, che ancora non ha compiuto un anno: “Lei si chiama Matilde, come la mia bisnonna che ci ha educato al matriarcato. Non ho un solo ricordo di mio padre che manca di rispetto a mia madre. Mai un imbarazzo. Matilde senior ha fatto un gran lavoro e spero che il suo nome sia una guida, ha tirato su mio padre con il matriarcato. Lo stampo lo ha dato bisnonna Matilde e lui ce lo ha passato. Io spero solo che Matilde junior mi parli e non si tenga dentro i dubbi, comunque l'affettività si insegna e io voglio essere molto presente”. Valditara, sempre in occasione della presentazione della Fondazione, ha attribuito i femminicidi in aumento all’immigrazione incontrollata: “Non è così, anche se c'è una parte banale di verità nell'affermazione, ma riguarda la violenza in assoluto e anche lì è assurdo generalizzare. Sulla questione specifica, basta vedere: i delitti più crudeli non dipendono dagli stranieri. Troppo facile pensare che il mostro sia fuori, Giulia è stata ammazzata da uno che tutti consideravano un bravo ragazzo”.


Passando al personale, poi, non si può evitare di raccontare l’esperienza “Ballando con le Stelle”, dove il ballerino che duettava con la Pellegrini, Angelo Madonia, è stato allontanato perché più concentrato al flirt con Sonia Bruganelli: “Certi comportamenti mi stavano sulle scatole, ovvio. Per due mesi non mi sono affatto divertita. "Ballando" è un percorso che va ben oltre la competizione: dopo nove mesi sempre con mia figlia è stata un'opportunità di stacco, un modo per riprendere le forme fisiche a cui, da atleta, ero abituata e che, felicemente, con la gravidanza ho perso. È stato un riappropriarsi di un certo modo di essere e il fatto che la persona scelta per accompagnarmi sia diventata un elemento di disturbo mi ha dato fastidio. Sono soddisfatta della mia reazione e, con la produzione, si era già risolta la situazione, poi lui ha insistito e loro hanno preferito estrometterlo. Non me lo hanno nemmeno detto”. Con Madonia non ha più parlato, zero rapporti: “No. Nella vita ognuno si sceglie le persone con cui vuole avere a che fare”. Non idilliaco nemmeno il rapporto con Thomas Ceccon, oro nei 100 dorso alle Olimpiadi, che si allena nella sua stessa piscina e non la considera un punto di riferimento: “Sono stupita e un po' mi fa sorridere. Come ho già detto, non è il primo collega maschio che tenta di sminuirmi. Gli ho scritto dopo il record del mondo, c'è un video a Parigi in cui ci abbracciamo. Nella mia ultima stagione abbiamo nuotato le staffette insieme. Che dire? Davanti al nome Federica Pellegrini a qualcuno viene voglia di tirare batoste”.

Anche su Sinner e sul caso doping Federica Pellegrini ha un’opinione seria in merito: “Sono curiosa di capire. Sono convinta che lui non abbia volontariamente assunto sostanze dopanti, ma non è il punto. Fino a qui ci hanno sempre detto che l'atleta è responsabile a prescindere. Adesso sembra che ci siano circostanze in cui può non essere così e la faccenda si fa scivolosa. Ricordo il caso di Federico Turrini, nuotatore, un amico. Stava dall'altra parte del mondo, ha avuto una grave infezione all'occhio con cura d'urgenza. Hanno usato un collirio al cortisone: positivo, due anni di squalifica anche se la contaminazione era evidente. Due anni. Se la visione cambia ci vogliono regole precise. Il ricorso per Sinner darà indicazioni sulla strada che vogliono prendere”. Un po’ di gossip alla fine, ricordando il suo ex, Filippo Magnini, con il quale i rapporti si sono rotti e se le si chiede di far pace lei risponde secca: “Perché? Io e lui ci siamo massacrati quindi è evidente che non eravamo destinati a essere importanti l'uno per l'altra”. Solidarietà, invece, per Gimbo Tamberi, accusato di eccessiva magrezza: “Ci stiamo raccontando la favola del niente. Aveva la possibilità di replicare un oro olimpico, ha tirato, ha rischiato. Se gli fosse andata dritta sarebbe diventato leggenda, resta un grande campione e io avrei fatto lo stesso, ho fatto lo stesso. Si può anche azzardare consapevolmente, diverso è se te lo impongono”.

 

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