Serie A, mercato in quarantena: da Ibrahimovic a Nainggolan, i campioni a rischio
Mentre l' Uefa riflette sul destino degli Europei 2020 («Lavoriamo al rinvio al 2021», dice il membro dell' esecutivo Evelina Christillin), il calcio italiano guarda al futuro sperando che le misure di contenimento dell' epidemia di Coronavirus abbiano l' effetto sperato. «Aspettiamo la proposta del presidente Ceferin, ma bisogna prima facilitare la conclusione dei campionati e delle coppe», dice il presidente Figc, Gabriele Gravina. «Il nostro primo obiettivo, compatibilmente con la situazione generale del Paese, è concludere il campionato secondo programma, altrimenti ho avanzato tre scenari. Ho chiesto alle Leghe di discuterne, ma è la Figc che prenderà una decisione definitiva.
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Playoff e playout? Una mia vecchia idea, sarebbe un finale elettrizzante per una stagione che rischia di essere mortificata da una fine anticipata». Tra le ipotesi per la serie A c' è la ripresa il 2 maggio - anche a porte chiuse - per chiudere entro il 30 giugno. È quella la data che spaventa, più di quella di Juve-Inter fino a qualche giorno fa. La fine convenzionale dell' anno sportivo chiude i contratti dei giocatori in scadenza, così come i prestiti.
da smalling a icardi Se non si riuscisse a chiudere la stagione entro la fine di giugno, in teoria Ibrahimovic e Bonaventura sarebbero svincolati dal Milan. L' Inter perderebbe Sanchez, ma ritroverebbe Nainggolan - di ritorno dal Cagliari - e persino Icardi dal Psg. Stesso problema a Roma per Smalling, ma anche Mkhitaryan in prestito secco. Si tratta di uno scenario per ora virtuale, ma che la Uefa deve tenere in conto per dare certezze a club, giocatori e procuratori in vista anche del prossimo mercato.
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«Come si fa a pensare al futuro in questa situazione? Come il virus, il mercato non ha confini. Una volta avremmo potuto non pensare a quello che accadeva fuori dall' Italia, ma non è più così», spiega lo storico agente Andrea D' Amico. «L' Europeo va rimandato, la priorità deve essere la chiusura dei campionati per tutelare economicamente i club che pagano i giocatori. Se servirà, la Federcalcio dovrà dare una deroga per chiudere la stagione sportiva dopo il 30 giugno».
La questione economica è centrale per il futuro del sistema. «Lo scudetto magari lo si può non assegnare, ma la retrocessione no: in Italia vuol dire fallimento o quasi, nessuno accetterà i playout o una classifica non completa. In questo momento i club sono già in difficoltà, non riescono a scontare i diritti tv dalle banche: Coni, Figc e Leghe dovranno pensare a come sostenere le società», aggiunge D' Amico.
«Il mercato? È fermo. Come posso investire con un' epidemia in corso? Tutti ci auspichiamo che i calciatori e gli altri malati guariscano presto, ma non c' è nessuna garanzia. Anche io ho sottovalutato il problema perché ci avevano detto che il Covid19 colpiva solo gli anziani, ma anche i giovani sono a rischio».
«I calciatori cercano di tenersi in forma con qualche esercizio casalingo, come me che faccio la cyclette», dice con un sorriso - nonostante tutto - Oscar Damiani. «Negli ultimi tempi il mercato si fa soprattutto a fine stagione, con la classifica in mano per guardare ai rinforzi.
Quello che cambia è l' attività di scouting che ora si è fermata e chissà quando ripartirà. Se dovessimo arrivare oltre il 30 giugno, si potrebbe pensare a un' estensione automatica dei contratti di un mese visto che a marzo ci si è fermati. Saranno fondamentali le prossime riunioni».
Fabio Parisi ci offre una prospettiva diversa dagli Stati Uniti. «Qui in 24 ore, e senza lamentele, hanno deciso di sospendere la Nba, che ha un richiamo mondiale, tanti campionati e pure il basket universitario che è sacro per gli americani. Così decidono le leghe, non i singoli che pensano ai propri interessi», sottolinea l' agente. «Se sposteranno gli Europei si potrà riprendere la stagione fino a quando sarà necessario, anche luglio o agosto, ma per i giocatori in scadenza deve arrivare una deroga dall' Uefa. E il mercato potrebbe anche non esserci: se la prossima stagione dovesse ricominciare già a settembre, lo spazio per le trattative sarebbe molto ridotto».