Manu PHL, un rap "contro la Juventus"
Il musicista pisano scrive l'inno degli anti-bianconeri, in attesa di una risposta in rima...
I milioni di anti-juventini del Belpaese (compresi i non pochi anti-juventini de facto benché, nominalmente, «gobbi»: da Travaglio a Zeman passando per Guariniello e Roberto Mancini) disporranno, di qui a poco, della loro hit per il 2014. E in realtà tutto lascia credere che il pezzo in questione, essendo l'anti-juventinismo uno dei tratti fondamentali dell'antropologia nazionale, sia destinato a diventare un evergreen della musica nostrana. Autore e interprete della canzone è un giovane rapper di Pisa chiamato Manu PHL (al secolo Emanuele Flandoli), già autore di un singolo di buon successo dal titolo «Jente di Toscana». Manu, coerente in ciò con la sua fede calcistica granata, ha pensato che fosse giunto il momento di utilizzare il pentagramma per cantare uno dei sentimenti più forti e più diffusi tra gli italiani: l'odio nei confronti della Juventus. Ed ecco perciò che, a partire da martedì 25 febbraio, sarà possibile ascoltare, prodotto dall'etichetta romana La Grande Onda, il brano hip hop «Contro la Juve». Avendolo sentito in anteprima, possiamo anticiparvene alcuni passaggi: «Ora che perdono i Sensi, ma vincono gli Elkann, loro fanno strisce bianche e io resto sull'erba. Occhio all'antidoping, però, se tiri troppo finisce in tragedia come Superga»; «È sempre più raro che vinca il migliore, è sempre più raro, come un rigore contro la Juve»; «La punta si tuffa, in curva si sbuffa, c'è puzza di truffa, la folla ormai è stufa e grida: “Contro la Juve!”». Insomma, il repertorio dei luoghi comuni contro i bianconeri (a Manu PHL sarebbe utile leggere le statistiche dei rigori degli ultimi vent'anni, resterebbe sorpreso) è pressoché completo: un'operazione assai furba che senz'altro porterà visibilità a chi l'ha ideata. La Juve, si sa, è un po' come Andreotti: alibi e capro espiatorio della cattiva coscienza di tanti italiani. Magari un giorno, come successe al Divo Giulio, verrà fuori un Francesco Baccini e prenderà le difese della vituperata Vecchia Signora. di Giuseppe Pollicelli