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La tentazione di ConteTerzo scudetto e poi libero di andareEcco chi può arrivare dopo di lui

Antonio Conte

Il rapporto del tecnico della Juventus con la dirigenza non è migliorato dopo la sconfitta con il Galatasaray

Lucia Esposito
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Il giorno dopo la tempesta è sempre il peggiore. Bisogna raccattare i cocci, serrare le fila, si pensa al presente ma nella testa c'è anche il futuro. E con buona probabilità pure Antonio Conte un pensierino ai prossimi mesi lo avrà fatto. Perché il rapporto del tecnico della Juventus con la dirigenza non è certo migliorato dopo la disfatta contro il Galatasaray. Il problema è sempre lo stesso, fin dalla scorsa estate: l'allenatore non ritiene la rosa bianconera all'altezza di grandi obiettivi, la dirigenza, che deve far quadrare il bilancio, al contrario la pensa diversamente. Certo, l'eliminazione nei gironi non aiuta la posizione di Conte, ma visti i risultati delle ultime stagioni è lui ad avere il coltello dalla parte del manico, perché non è detto che chiunque avrebbe ottenuto gli stessi successi.   Anche per questo starebbe prendendo piede un'ipotesi per nulla da sottovalutare. Una sorta di patto tra società e tecnico: o a giugno arrivano a Torino dei giocatori importanti (confermando Pirlo) per provare davvero a vincere la Champions, oppure mi lasciate libero di guardarmi intorno e ricevere nuove proposte per la panchina. Il che non vorrebbe dire che Conte se ne andrebbe, visto anche che il contratto scade nel 2015, ma che, se ci fosse l'opportunità, potrebbe saltare al volo su un treno importante all'estero (magari al Monaco, dove Ranieri non convince e con i soldi di Ryboblev si può puntare in alto). A quel punto per il sostituto in bianconero sarebbe in pole Cesare Prandelli, sul quale punta forte anche il Milan per il post-Allegri. Tutto comunque a patto che a maggio si festeggi il terzo scudetto consecutivo, compito che non appare difficile ma nemmeno così facile, visto che ora l'Europa League toglierà energie preziose.   Ma nel piano di rinforzi di Conte è apparso un altro problema: l'approdo nella coppa continentale minore non comporterà solo difficoltà logistiche, ma anche economiche, visto che rispetto alla scorsa stagione la Juve dovrebbe incassare 15-20 milioni in meno (senza considerare il -11% in borsa, che avrebbe fatto perdere una cifra simile). Per rientrare la Juve dovrebbe quindi cedere in estate un pezzo importante come Marchisio o Vucinic, con il tecnico che non si opporrebbe a patto che i soldi vengano reinvestiti in un «top player». Cosa che la società non può certo assicurare, perché il bilancio è quasi in equilibrio e quel denaro farebbe molto comodo alle casse societarie. E lo scontro potrebbe non essere solo all'orizzonte, ma anche arrivare nell'immediato. L'idea del tecnico di passare al 4-3-3 non è stata ancora del tutto accantonata, soprattutto perché ci si aspettava un rinforzo di livello già a gennaio. Ora però, con la Champions in meno e l'Europa League che, nonostante la finale a Torino, interessa di meno, non è detto che Marotta riceva l'ok per aprire il portafoglio bianconero.   Una situazione che si sarebbe potuta evitare facendo punti a Istanbul. Ieri sul web si era addirittura paventata l'ipotesi di una seconda possibilità per la Juve, attraverso un ricorso per un errore tecnico dell'arbitro Proença che alla ripresa avrebbe dovuto far ripartire il gioco da dove era stato interrotto con una palla a due e non con una rinvio del portiere del Galatasaray. Dalla società però fanno sapere che l'opzione ricorso non è mai stata presa in considerazione, nonostante il tam-tam sui social network. Si vince e si perde sul campo. di Matteo Spaziante 

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