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Milan, lo zampino di Piersilvio dietro la retromarcia di Galliani

Piersilvio e Marina, Galliani e Barbara Berlusconi

Andrea Tempestini
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Il divorzio tra Adriano Galliani e il Milan, forzato da Barbara Berlusconi, è durato soltanto qualche ora. Tutto congelato. Secondo quanto si è appreso la separazione si consumerà ad aprile. Lo sfogo dell'ad ("La pazienza è finita, sono stat umiliato, me ne vado") per ora viene parzialmente dimenticato. Per Barbara, che si vuole prendere i rossoneri, si tratta di una vittoria dimezzata: diventerà regina della squadra soltanto alla prossima primavera. Il caos a Milanello ha pesantemente indispettito Silvio Berlusconi, che ha serrato le fila, parlando sia con Galliani ("Non puoi tradirmi ora"), sia con Barbara ("Non è il momento per fare questo casino"). L'intervento del Cav è risultato decisivo. Ma secondo quanto ricostruito da Repubblica ci sono anche delle ragioni economiche che hanno portato a rimandare il divorzio. Diritti, televisioni e soldi - Nel dettaglio, in questi giorni la Lega Calcio sta trattando il rinnovo del contratto per i diritti televisivi. Un affare che vale la bellezza di 1 miliardo di euro l'anno, e che è fondamentale anche per il futuro di Mediaset. In prima fila nei negoziati c'è la Infront di Marco Bogarelli, fedelissimo di Galliani, il cui lavoro negli ultimi anni è stato molto apprezzato ad Arcore. Dopo aver osservato lo scenario, sarebbe intervenuto Piersilvio, molto preoccupato, che al padre avrebbe spiegato: "Questo non è proprio il momento per divorziare da Galliani". Una posizione sposata in toto anche da Marina. In un clima velenoso, infatti, magari non sarebbe stato possibile spendere tutte le energie possibili e necessarie in un negoziato di tale delicatezza. Le ore frenetiche - Dietro le quinte, comunque, lo scontro rossonero prosegue. Al "congelamento" si è arrivati dopo quattro ore di summit a Villa San Martino. Al tavolo Berlusconi e Galliani. Dopo l'incontro, altre telefonate nella mattinata di domenica. Quindi la decisione: Galliani resta al suo posto, anche se "dimezzato" (ossia in coabitazione con Barbara Berlusconi), fino ad aprile. "Bene così - ha commentato un uomo vicinissimo a Berlusconi, citato da Repubblica -. La verità è che non potevamo permetterci di perdere un uomo importante come Adriano". Anche Berlusconi ha spiegato: "La rottura ora è una follia. Non posso dare l'idea di aver perso il controllo della situazione anche tra le mura di casa". Le accuse reciproche - La coabitazione tra Galliani e Barbara, in questi mesi, sarà difficile. L'ad ha più volte insistito accusando la Berluschina di essere una "ragazzina viziata, pronta solo a scaricare le responsabilità delle sconfitte su altri salvo prendersi lei i meriti delle vittorie". Barbara, da par suo e senza peli sulla lingua, avrebbe rinfacciato a Galliani le scelte tecniche che considera errate (a partire dalla fiducia a mister Allegri), ma anche presunti "inciuci con la Curva" e una gestione bollata come "sbarazzina" dei rapporti con alcuni procuratori. La guerra tra i due, insomma, prosegue. Gli organigrammi del Milan presto saranno stravolti. Semplicemente, questo, non era il momento adatto per completare la rivoluzione invocata da Barbara.

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