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Sarri, ombre Juve: da De Ligt a Rabiot e Ramsey, l'unico nuovo che funziona è il vecchio Higuain

Giulio Bucchi
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La premessa "è piuttosto complicato migliorare una rosa capace di vincere otto campionati di seguito" è allo stesso tempo elementare quanto sostanziale. Alla Juventus lo sapevano, lo sanno, tanto che per questa stagione lo scossone più grosso non è stato dato alla rosa dei giocatori quanto alla panchina, con l' addio ad Allegri e l' avvento di Sarri. Un cambio di rotta netto al quale al classico motto bianconero, «vincere è l' unica cosa che conta», hanno chiesto l' aggiunta del «bel gioco». Come, dove, non è ancora chiaro forse neanche agli stessi protagonisti, il mister continua fiduciosamente a masticare le sue cicche e demandare al tempo e al lavoro il connubio vittoria-calcio spettacolo e dunque, per il momento, torna buona, buonissima l' ossatura tecnica e mentale della Juve che fu di Allegri: bianconeri primi in campionato, avanti in Champions. In attesa del Sarriball, tuttavia, a Torino attendono anche un segno dai nuovi arrivati, che poco non sono costati (-23 nel bilancio finale dei trasferimenti, compreso il difensore Romero, preso per 26 milioni e lasciato in prestito al Genoa) eppure finora di tracce all' altezza ne hanno lasciate pochine. È vero, non può reggere il paragone con il travolgente cambio di faccia avuto dall' Inter: incidere nella realtà nerazzurra per Conte, Lukaku, Barella è stato relativamente più agevole considerata la base di partenza. Se impattare in bianconero era ovviamente più complesso, tuttavia sugli acquisti estivi le aspettative erano più alte. Più da Juve. Togliamoci il dente. De Ligt una pippa? Anche no, dato quanto questo 20enne ha fatto vedere con l' Ajax. È vero però che al terzo difensore più pagato di sempre (75 milioni più bonus) fin dal primo giorno sia stato anche perdonato poco, goffi falli di mano a parte; ma come non chiedere il top a uno dei più corteggiati d' Europa (ha pure segnato il gol decisivo nel derby della Mole)? Le ultime cinque esclusioni di fila hanno scatenato i detrattori, in realtà pare che la lussazione alla spalla patita a dicembre chieda la giusta attenzione e, visto che Demiral (classe '98, 15 milioni al Sassuolo) garantisce più di Rugani, è logico che il posto in difesa sia suo. Ora, nei piani della Juve la coppia titolare doveva essere la rodata Chiellini-Bonucci, con De Ligt sostituto di Leo (perché adatto a impostare e alla difesa "a zona") e Demiral di Giorgione (entrambi cagnacci sull' uomo). Il ko di Chiellini ha buttato all' aria il tavolo, le incertezze di Bonucci con accanto un giocatore simile possono aver fatto il resto. Certo che se la coppia De Ligt-Demiral dovesse rivelarsi complementare quanto Bonucci-Chiellini, la Juve è a posto per dieci anni. Più tranchant il discorso per gli altri tre "colpi". Di Danilo, 28 anni, si rammentano due cose: il gol lampo (unico) al Napoli e la plusvalenza di 28,6 milioni generata dallo scambio con Cancelo al City. Il brasiliano (3 milioni netti a stagione fino al 2024), assieme ai parametri zero Ramsey (29 anni, 7,5 milioni fino al 2023; ad oggi un gol in A e uno in Champions) e Rabiot (24 anni, 7 milioni fino al 2023: zero gol), è arrivato per dare alternative alla Juve allegriana, in realtà in campionato le presenze dei tre sono rispettivamente 8, 9 10 (e poche da titolari) e la vecchia guardia si è dimostrata superiore. Senza il ko di Khedira, poi, le rotazioni li avrebbero ulteriormente penalizzati. C' è da sperare nel cambio di marcia in questa seconda parte, ma non sono da prendere a riferimento gli ultimi mesi del 2018/19. Danilo al City è stato quasi la metà delle gare in panca; Ramsey all' Arsenal ha chiuso la stagione per infortunio a aprile; Rabiot a dicembre 2018 è finito fuori rosa al Psg. Tolto Buffon (icona, uomo squadra), alla fine l' arrivo più decisivo è quello meno immaginato, Higuain, 23 partite e 7 gol, che ieri però ha lavorato a parte per un problema muscolare ed è a rischio per la Roma.  di Tommaso Lorenzini 

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