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Maurizio Sarri bocciato da Luciano Moggi: "Non ha capito la Juventus, il suo errore più grande"

Davide Locano
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È stato un fine settimana al cardiopalma: a tener banco la sfida di Supercoppa tra Lazio e Juventus a Riad, con i tifosi della Juve a pregare Sarri di mettere in campo il famoso tridente e i tifosi laziali a sperare di poter battere per la seconda volta, in poco tempo, la squadra bianconera. Hanno vinto i romani, ha perso Sarri, troppo vicino al sentimento popolare juventino che invocava a gran voce il tridente, convinto di potersi divertire. E Sarri, preso anche dall' entusiasmo per aver vinto a Genova contro la Sampdoria (con in campo i tre fenomeni), si è adeguato all' opinione pubblica sconfessando, tra l' altro, quanto aveva detto in conferenza stampa dopo la vittoriosa partita contro l' Udinese: «Non sempre si possono utilizzare i tre attaccanti, l' abbiamo fatto con i friulani perché il loro gioco fatto di lanci lunghi ci poteva dare la possibilità di approfittare di palle vacanti o perse addirittura». Parole sante quelle del mister (condivise dai più) che allora aveva dato l' impressione di aver ben studiato gli avversari per aver saputo contrapporre la genialità dei suoi alla forza agonistica degli uomini di Gotti. Leggi anche: Maurizio Sarri, la frecciata ad Allegri CHIELLINI E L'EQUILIBRIO Si è poi ripetuto a Genova contro la Sampdoria, forse per intimorire la squadra di Ranieri, viste le condizioni precarie di classifica in cui versa attualmente. Trascurando però il fatto che, nell' occasione, i bianconeri, al di là del buon primo tempo, alla fine hanno vinto approfittando di due giocate prodigiose di Ronaldo e Dybala, non certo per il gioco e con una difesa in sofferenza. Preso evidentemente dalla voglia di stupire ci ha provato anche contro la Lazio sbagliando però grossolanamente, per aver sottovalutato il gioco dei romani che non è fatto di palle lunghe e pedalare ma di ampiezza in tutte le parti del campo. È successo così che a divertirsi sono stati solo i tifosi laziali, giocatori in campo compresi. Molto meno, ovviamente, i nostalgici del tridente e della difesa alta, che è un altro problema della squadra. Infatti i giocatori juventini non essendo abituati ad alzare la linea difensiva si sottopongono troppo spesso alle ripartenze, oltretutto perché Sarri non vuole marcature a uomo e questi sono invece abituati a marcare: è forse questo il motivo per il quale la Juve sta subendo troppi gol che con Massimiliano Allegri non subiva. Manca insomma l' equilibrio. Giusto quindi il monito di Chiellini: «Prima ci esaltavamo a non subire gol, adesso dobbiamo imparare ad esaltarci quando ne facciamo». Ricordando il tempo in cui la difesa juventina era sempre la meno battuta, mentre l' attacco, al contrario di adesso, era il più prolifico. Aver fatto un solo tiro verso la porta laziale che ha propiziato il pareggio di Dybala dimostra quanto i romani abbiano meritato la vittoria. In ombra Pjanic, appena sufficiente Ronaldo, male Higuain e Bentancur (che becca tre turni di squalifica), per non parlare di De Sciglio, mandato incautamente in campo al posto di De Ligt: ottimo, come sempre, Dybala. Sull' altra sponda superlativi Luis Alberto e Lulic, insuperabile Acerbi, bene Correa al pari di tutti i suoi compagni. Surclassando il povero Genoa di Preziosi, l' Inter aveva nel frattempo apparigliato la Juve in testa alla classifica, pur con tante mancanze ma con un Lukaku in vena di prodezze. Da elogiare il lavoro di Conte che, nonostante i tanti infortuni e la panchina corta, sta tenendo in equilibrio il campionato. Curioso invece il comportamento del presidente genoano che ha già cambiato due allenatori, prima Andreazzoli, adesso Thiago Motta, come se dipendesse solo dai mister l' attuale ultimo posto che occupa in classifica. Secondo noi c' è tanta confusione di idee nella società, anche nella scelta dei giocatori. Forse un Ballardini, mandato via improvvidamente quando stava in buona situazione di classifica, potrebbe essere l' uomo giusto per tirar fuori la squadra dalla zona retrocessione. Vince la Roma a Firenze travolgendo la Fiorentina con 4 gol, a dimostrazione dello stato di grazia della squadra di Fonseca che si candida per un posto Champions. Al contrario dei viola che, dopo questa ulteriore sconfitta, esonerano l' allenatore Montella. CROLLI E RISALITE Crolla il Milan che a Bergamo subisce 5 gol dall' indiavolata Atalanta di Gasperini (in cattedra Gomez e Ilicic) che oltre alla strepitosa qualificazione acquisita nel girone di Champions sta cercando di risalire la china della classifica dall' attuale quinto posto. Non cambia invece niente nel Milan, anche dopo la sostituzione di Giampaolo con Pioli, avendo infatti i due la stessa media punti (1,2) e lo stesso numero di sconfitte, quattro. Risorge il Napoli sotto la guida di Gattuso, vincendo a Reggio Emilia contro il Sassuolo, dopo due mesi di digiuno. Una vittoria che potrebbe ridare autostima ai napoletani, anche se raggiunta in extremis per effetto di un autogol dell' emiliano Obiang . Il campionato va in pausa, sosta che finirà con la ripresa delle partite il 5 gennaio: giorni intensi per molti, dove riflettere e prendere contromisure, magari intelligenti e non dettate dalla "pancia". Intanto auguri di buone feste a tutti i nostri lettori. di Luciano Moggi

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