La Juve avrà dei problemi ma guai a farle il funerale
Dopo 20 partite tra campionato ed Europa, la Juve si è fermata, sconfitta per la prima volta nell' era Sarri. E come sempre accade nel nostro pallone umorale, attorno alla Signora si sono scatenate le polemiche. Proprio come il super avvio dell' Inter non è bastato ad Antonio Conte per cancellare l' incontentabile dna nerazzurro, non è sufficiente la storia degli ultimi otto scudetti per tenere i nervi saldi in casa bianconera. «Calma», avrebbe urlato Massimiliano Allegri. Ma oggi c' è l' altro toscano, Maurizio, che deve riportare la serenità senza nascondere i difetti emersi contro la Lazio. Problemi già noti, ma finora spesso nascosti da rimonte di nervi o da giocate dei singoli. La Juve non ha il miglior attacco del campionato, con appena 26 reti segnate (l' Atalanta è lontanissima a 37) né il consueto primato di retroguardia più blindata: sono 15 i gol incassati, due più dell' Inter. Proprio come i punti che distanziano le squadre in classifica. Troppo poco per chi può vantare Cristiano Ronaldo in avanti e De Ligt in fidesa. Anche se "mister 85 milioni" forse è uno dei meni colpevole: pur dotato di un grande talento, come ogni ventenne avrebbe avuto bisogno di tempo e di una guida. L' infortunio di Chiellini gli ha tolto entrambi. Più complesso il discorso attorno a CR7. A Madrid il portoghese aveva imparato a gestirsi, mentre a Torino impone la sua presenza. Una situazione che toglie a Sarri libertà di manovra e, complici i guai fisici di Douglas Costa, lo costringe a forzare Bernardeschi in un ruolo non suo. A inizio stagione i concetti del tecnico si intravedevano almeno per 60 minuti, mentre all' Olimpico la Juventus è durata appena mezzora: una retromarcia preoccupante. Gli infortuni sono un' attenuante - anche se Bentancur è stato perfetto come vice Khedira -, ma è il mercato finora a non aver pagato. I parametri zero scovati da Paratici, Rabiot e Ramsey, non hanno dato nulla in più e le alternative ridotte sulle fasce hanno portato alla promozione di Cuadrado come terzino destro. Una delizia in tante occasioni, una croce nell' occasione del fallo da rosso con la Lazio. Sorride Conte per adesso, cui servirà però un' impresa contro il Barcellona per conquistare gli ottavi di Champions. In caso di eliminazione, nemmeno la vetta della classifica gli risparmierà le critiche dei soliti noti. Sarri il pass ce l' ha già in tasca, può guardare con fiducia al lavoro invernale e intanto già a Ryad in Supercoppa il 22 potrà vendicarsi della Lazio. Di fronte ci sarà il solito Inzaghi, pronto a sorprendere ancora. Dopo l' ennesima estate di dubbi, i biancocelesti hanno cancellato i soliti limiti di tenuta facendo risplendere solo il loro talento da terzo posto momentaneo. Come Simone, se la gode il fratello Pippo: smaltita la sbornia milanista, è ripartito dal basso e oggi domina la Serie B con il Benevento a +9 sul Cittadella. Il derby tra i due potrebbe essere presto di nuovo realtà. A proposito di realtà, sono veri i due successi consecutivi del Milan: i rossoneri non impressionano ancora, ma con il rientro di Bonaventura, giocatore vero, le idee si sono nettamente schiarite. Potrebbe essere l' inizio di una stagione molto diversa. di Francesco Perugini