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Inter, Fabrizio Biasin sulla lezione di Antonio Conte: mai contento quando perdi

Davide Locano
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La cosa bella di Antonio Conte è che è quasi sempre incazzato: quando vince perché «dovete smetterla di dire che siamo i favoriti per lo scudetto», quando perde perché «ci vuole più rispetto». Antonio Conte è così, prendere o lasciare. E, infatti, chi ce l' ha, se lo tiene stretto (giustamente). La riprova che siamo di fronte a un tecnico vincente e affamato ci arriva subito dopo la sconfitta dei suoi contro il Barcellona. Altri tecnici avrebbero accettato i complimenti e si sarebbero pavoneggiati davanti alle telecamere («ma quanto siete stati bravi, peccato il risultato». «grazie, è vero»), lui se ne fotte assai: «Meritavamo molto di più, dovevamo però essere più bravi a capitalizzare le occasioni avute. (...) Nel primo tempo la partita la dovevamo ammazzare, invece l' abbiamo tenuta in vita. (...) Non penso che il risultato sia giusto, la sconfitta è immeritata. I ragazzi hanno dimostrato coraggio e personalità, sono contento di questo, ma alla fine abbiamo perso. Se vogliamo crescere, dobbiamo tornare a casa arrabbiati». Ecco, «dobbiamo tornare a casa arrabbiati»: la questione è tutta qua. Non esiste una sconfitta «bella», proprio no. Chi si accontenta di ricevere mazzate in campo e carezze fuori non ha capito nulla, soprattutto non ha capito la filosofia "contiana". Una sconfitta è una sconfitta e si combatte in un solo modo: con una vittoria - possibilmente convincente - nella partita successiva. Solo che "la partita successiva" in questo caso non è affatto banale, in fondo parliamo di Inter-Juve, in programma domenica sera a San Siro. Capite bene che siamo di fronte al massimo dei massimi della competizione in serie A (sia chiaro, c' è anche il Napoli tra le pretendenti al trono, ma tra le altre due c' è pure la componente Calciopoli a fare la differenza). Ebbene, capiremo se il tonfo immeritato del Camp Nou è stato «tonfo meritevole di complimenti» solo alla fine del posticipo di San Siro. Se i nerazzurri usciranno dal campo con un risultato utile, allora sì che si potrà dire «quest' Inter è maturata, ha perso in Spagna ma è stata capace di assorbire il colpo», viceversa torneremo a rompere le balle (lo facciamo sempre) e finiremo per dar ragione a chi pensa che quelli come noi sono bravissimi ad esaltare le vittorie («Conte è un fenomeno!») e fetentissimi quando si tratta di scendere dal carro (considerazione neppure quotata in caso di sconfitta nerazzurra: «Beh, Conte ne ha vinte sei di fila, ma si è fermato di fronte al primo vero ostacolo. Mah...»). Lui lo sa bene e, infatti, si incazza a prescindere. E ben fa. di Fabrizio Biasin

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