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Daniele Conti festeggia il gol abbracciando il figlio. Il nonno Bruno: "Orgoglioso di te"

Il centrocampista sardo celebra la doppietta con il piccolo Manuel, facendo commuovere il padre, ex ala e dirigente della Roma

Roberto Procaccini
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"Pensavo di averle vissute e provate tutte, poi mi ritrovo a 58 anni sul divano davanti alla tv con le lacrime agli occhi, e tua madre accanto, non spiccica parola, mi guarda incantata e troppo emozionata e felice per parlare e rompere l'incantesimo". Il mittente è Bruno Conti, ex ala della Roma e della nazionale mundial del 1982. Destinatario della lettera, pubblicata sull'Unione Sarda, è il figlio Daniele, bandiera e capitano del Cagliari, che domenica ha regalato con una doppietta la vittoria alla sua squadra. Festeggiando il secondo gol con una corsa a bordo campo e un abbraccio al figlio. "Già ci avevi fatti piangere l'anno scorso con Brunetto, ora Manuel - sono le parole di Bruno -. La stessa scena, la stessa gioia. Perché quell'abbraccio racconta una famiglia, la nostra famiglia. Perché tutti conoscono il grande calciatore che sei diventato, in pochi però sanno quanto tu sia un  grande uomo, un grande figlio, un grande padre". Rivali sul campo - Non è stato sempre facile per papà Bruno, dirigente e allenatore delle giovanili giallorosse, la convivenza con un figlio bandiera del Cagliari. Anche perché i sardi hanno dato spesso filo da torcere alla Roma, mentre Daniele ha segnato 5 reti in carriera alla squadra del padre. "Mi capita spesso di ripensare a quella mattina in cui mi chiamò il direttore sportivo della Roma Franco Baldini per comunicarmi la tua cessione al Cagliari in comproprietà per una stagione - ripercorre oggi Bruno -. Anch'io poi mi sono dovuto fare le ossa al Genoa prima di giocarmela nella Roma. Forse all'inizio, in cuor mio, speravo di rivederti presto con la maglia giallorossa. Quindici anni dopo è andata in tutt'altro modo - osserva -. Hai fatto una scelta importante, la più difficile, ma alla fine hai vinto tu". Ma non ha voglia di parlare del passato, il patriarca Conti: "Forse dal vivo io e tua madre non ti abbiamo ma realmente detto quanto siamo orgogliosi di te - conclude -. In campo, hai portato avanti, grazie anche a tua moglie Valeria, i valori della nostra famiglia in una società complicata, problematica e superficiale, come faceva tuo nonno Andrea, muratore e padre di sette figli.  E per questo, figlio mio, non smetteremo mai di ringraziarti".

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