Charles Leclerc, Giorgio Terruzzi: "Quelle sue vecchie parole su Ayrton Senna", un destino già scritto?
Un lunedì dolce, per tutti i ferraristi. Un lunedì indimenticabile, per Charles Leclerc: è nata una stella, forse una leggenda. Ciò che ha fatto al Gp di Monza ieri, riportando una Ferrari alla vittoria - e che vittoria - nove anni dopo l'ultimo trionfo di Fernando Alonso, è già storia. Il duello brutale e strepitoso con Lewis Hamilton, le sportellate, il "non si passa" imposto anche all'altra Mercedes di Valtteri Bottas, quel team-radio dopo il traguardo, la folla impazzita sotto al podio (roba del genere non si vedeva da tanto, tantissimo tempo). Chi segue la Formula 1, ora, sente dentro una sensazione strana. Calda e un po' angosciosa: dove arriverà? Cosa saprà fare? Quando vincerà un mondiale, se lo vincerà? E, ovviamente, si sprecano i paragoni. Chi ha seguito la giornata di ieri ha sentito Leclerc accostato a Gilles Villeneuve "ma con più testa"; eppoi a Niki Lauda per la freddezza; quindi Alain Prost per la grinta. Ma ci sarebbe anche Ayrton Senna: in molti, moltissimi, hanno visto qualcosa del brasiliano in Charles. Certo, andiamoci piano. Però è giusto far lavorare un poco la fantasia: la grinta, l'intelligenza, la sveltezza, la capacità di sorpassare e tenersi dietro gli avversari. Ma soprattutto quell'emozione che ha suscitato non solo al popolo ferrarista, ma al popolo della Formula 1 tutto. Leggi anche: L'urlo selvaggio di Leclerc dopo il traguardo di Monza E chi, pur magari tra le righe, si iscrive al partito del "con tutte le pinze del mondo mi ricorda Ayrton", si iscrive anche Giorgio Terruzzi, uno che di Formula 1 - come dire - qualcosa ne sa. Lo fa con la consueta leggerezza, con quel pizzico di nostalgia e la maestria che lo distingue quando parla di "questa roba qua", come direbbe lui. Lo fa ricordando sul Corriere della Sera come Leclerc "ha confessato di aver avuto Senna come primo e unico modello. Beh, proprio Ayrton, dopo una gara simile, sarebbe orgoglioso di questo ragazzino così tenero, così implacabile. Anima per comunicare con chi guarda; carattere per mettere in riga chi lo insegue". Tutto chiaro, no?