Luciano Moggi, le pagelle a Juventus e Napoli: "Cosa stanno sbagliando sul mercato"
La stagione calcistica 2019/20 parte con le squadre senza un' identità precisa, visto che il mercato chiuderà il 2 settembre. Seguendo una certa logica, legata a quanto fatto fino ad oggi dalle società, cercheremo di intravedere quali potranno essere gli esiti di questo torneo che si annuncia però diverso dalle precedenti edizioni. Sembra infatti che la Juventus non sia più sola a dettare legge come nel passato e che Inter e Napoli abbiano ridotto sensibilmente il gap che li divideva dai piemontesi. Il club bianconero quest' anno cambia pelle: dalle giocate che hanno contraddistinto le tante vittorie di Massimiliano Allegri si è passati al gioco corale di Maurizio Sarri, per esaltare meglio il palato dello spettatore pretenzioso. Perché, così almeno si dice, non bastava più vincere, si doveva anche convincere. Ne ha fatto le spese Allegri, esonerato, perché reo di trionfare senza entusiasmare le platee. Le caratteristiche - Gli è subentrato Sarri che dovrà gestire quasi tutti i giocatori della vecchia guardia, quelli le cui caratteristiche avevano permesso alla Juve di vincere tanto con giocate da campioni. Al nuovo mister l' arduo compito di adeguare le loro qualità balistiche a vantaggio di un giro palla fatto tutto di prima per rendere lo spettacolo piacevole, più veloce ma anche vincente. Noi, da modesti giornalisti quali siamo, pensiamo però che sia impossibile ammirare una Juve diversa da quella di Allegri, nonostante la bravura riconosciuta di Sarri... La speranza di tutti è che ci siano almeno gli stessi risultati vincenti. Lo scriviamo perché non crediamo sia possibile adeguare l' atleta ad un gioco non confacente alle proprie caratteristiche: sarebbe come spogliarlo dei propri abiti, spersonalizzarlo insomma. Non si può infatti pretendere da Douglas Costa di toccare il pallone una sola volta, al posto di saltare tre e anche quattro giocatori per involarsi verso la rete avversaria. Stessa cosa dicasi per Cuadrado, per Bernardeschi, Alex Sandro e lo stesso Ronaldo, tutta gente che ama dribblare e portare palla. A Sarri il compito di smentirci. La dirigenza bianconera sta comunque cercando ancora rinforzi, con lo scopo lodevole ed evidente di ringiovanire e dare ulteriore qualità alla squadra: ecco perché sono arrivati De Ligt dall' Ajax, Ramsey dall' Arsenal e Rabiot dal Psg. Tutti giocatori giovani, ma già abituati alle grandi platee. Grinta e coraggio - L'Inter potrebbe essere l' antagonista principale della Juve. Si avvarrà della guida di mister Conte, le cui doti di allenatore e di motivatore sono note a tutti. La caratteristica chiave dei nerazzurri sarà sicuramente l' agonismo, la voglia di vincere pari alla voglia di non perdere: è il dogma di Antonio Conte, che cercherà di infondere nei propri giocatori l' animus bellandi che è sempre albergato in lui, anche da giocatore. Il resto lo farà la qualità degli atleti a disposizione. Appena arrivato, Beppe Marotta ha provveduto a bonificare uno spogliatoio in ebollizione: ne hanno fatto le spese Nainggolan, passato al Cagliari, Perisic al Bayern, mentre è ancora in atto la lotta a distanza con Icardi che dice di voler restare all' Inter, mentre la società lo ha dichiarato fuori dal progetto. Sono arrivati giocatori importanti come Godin, Agoumè, Lukaku, Barella, Sensi, Sanchez e Lazaro. A Conte il compito di trasformare in realtà le grandi aspettative che gravitano attorno a questa squadra. Mentre al presidente del Napoli, De Laurentiis, tutti chiedono di trasformare la squadra napoletana da comprimaria a protagonista facendo ricredere i tanti che pensano invece come la qualificazione Champions sia sufficiente nei suoi intendimenti. Dopo gli acquisti di Manolas e Di Lorenzo capita adesso a De Laurentiis l' occasione della vita, anche se il rischio/coraggio sembra non far parte del suo Dna. Se saprà entrare convinto nella trattativa Icardi con l' Inter, se riuscirà a convincere Wanda Nara a trasferirsi a Napoli, la squadra potrà giocarsi le carte da protagonista perché le caratteristiche di Icardi, secondo noi il miglior puntero nei sedici metri avversari, si adattano perfettamente alla filosofia di Ancelotti e al gioco della sua squadra. di Luciano Moggi