Mario Balotelli, a 28 anni decisione clamorosa: torna a casa, dove andrà a giocare (e quanti soldi perde)
Brescia era fin dal principio la scelta più ovvia, dunque per Mario Balotelli era quella meno considerata. Non è un paradosso, è che Mario non ha mai organizzato la sua carriera rispettando i canoni. Infatti, anche stavolta, sembrava poter percorrere una strada alternativa: il Flamengo. La cui dirigenza, giunta in serata a Montecarlo, ha ribadito all' agente Raiola l' offerta principesca: 3,5 milioni a stagione fino al 2021 per Mario, più 5 milioni alla firma e una squadra (il Boavista) dove accasare il fratello Enock. Leggi anche: "Nero e ricco. Hai rotto il c****". Vittorio Sgarbi fuori controllo, il "capolavoro" di Balotelli Ma anche per Balotelli, alle volte, al cuor non si comanda: saziato dai contratti milionari passati di mano dal Liverpool al Nizza e infine al Marsiglia grazie agli stratagemmi di Raiola, ha aperto alla possibilità di giocare nella squadra della sua città, il Brescia. Anche perché, per una strana coincidenza che Mario può aver interpretato come segno del destino, le Rondinelle sono tornate in A proprio nell' estate in cui il figliol prodigo è rimasto senza contratto. Per un presidente fuori dagli schemi come Cellino, non pensare a Balotelli sarebbe stato un crimine nei confronti del suo stesso progetto, e di una tifoseria che teme di tornare nella palude della B dopo una sola stagione. Così il presidente, da abile stratega, aveva lanciato l' amo: «Se pensasse meno ai soldi, Balotelli sarebbe già qui». Così ha invitato il giocatore ad uscire allo scoperto. L'attacco di Cellino - Quando Balotelli ha ammiccato ai brasiliani, Cellino ha sferrato l' attacco finale: telefonata, incontro in città, la promessa di elevarlo a leader della squadra e sul tavolo un triennale da 2,5 milioni a stagione, più 500mila di bonus. Tre milioni all' anno, quasi quanto offriva il Flamengo, una cifra da top club, altro che da neopromossa: Balotelli se ne è reso conto e ha accennato una stretta di mano a Cellino. Il nero su bianco è atteso per oggi, a meno di un miracolo della dirigenza brasiliana. Improbabile. Da oltre un mese, Balotelli si sta allenando a Brescia, qui e là nei campi della provincia concessi dagli amici dirigenti. Così ha lentamente accarezzato l' idea di tornare in Italia dopo tre anni all' estero, di rimediare all' ultima opaca esperienza al Milan (23 presenze, 3 gol nel 2015/16), e di giocare vicino a casa, in un luogo in cui non deve ambientarsi. Le Rondinelle sono una questione di cuore, ma anche una scelta logica sul piano professionale: Balotelli deve mettersi in gioco, uscire dalla zona di comfort in cui si è nascosto (tra Nizza e Marsiglia) negli ultimi anni, e sembra essersene reso conto. Il leader maturo - Ha 29 anni, è ancora in tempo perfino per riconquistare la Nazionale, dal momento che Mancini non ha mai chiuso le porte ad una sua convocazione, ma non ha più tempo da buttare via. Accettare Brescia vuol dire abbracciare le difficoltà di una squadra neopromossa, sporcarsi le mani nella lotta per la salvezza, tornare sotto i riflettori dei media italiani, pensare da leader maturo, trovare una continuità sfiorata a tratti solo nel triennio in Francia (tra Nizza e Marsiglia, 76 presenze e 41 gol). In sintesi, ricominciare da capo. Per l' ennesima volta, sperando che sia l' ultima, per chiudere il cerchio nella città in cui tutto è cominciato. di Claudio Savelli