Da Godin a Skrtel, la carica dei difensori "killer": aiuto, la Serie A rinforza i parastinchi
Ora, provate a chiudere gli occhi e sognare, come un qualsiasi ragazzino che mette per la prima volta le scarpe da calcio. Non costa niente e non si suda nemmeno. Siete un attaccante di serie A e state giocando contro l' Inter, correte velocissimi e avete un dribbling pazzesco (su, almeno nella fantasia esageriamo), saltate Brozovic con una finta - oplà - poi un doppio passo lascia sul posto Barella ed ecco che vedete la porta, siete soli al limite dell' area con davanti Handanovic. Caricate il destro e puuum. Boato, urla, fischi. Gol? Macché, vi risvegliate a terra frastornati perché l' ultimo difensore nerazzurro da superare era Diego Godin, un colosso di 1 metro e 86 con la faccia da cattivo e i tacchetti affilati. Che, ovviamente, vi ha fermati facendovi rimbalzare. rinforzo champions Sì, una delusione e non pensate che vi andrebbe diversamente se giocaste contro l' Atalanta: in quel caso sareste aggrediti da Martin Skrtel, 1 metro e 91 e un fisico da bronzo di Riace ricoperto di tatuaggi. O ancora, contro la Juve avreste a che fare con l' intramontabile tempismo di Giorgio Chiellini e contro il Napoli sbattereste contro il muro formato da Koulibaly e Manolas. Già, a queste condizioni forse è meglio riaprire gli occhi - ormai a certi livelli è diventato faticoso anche sognare - e lasciare l' incombenza agli attaccanti del prossimo campionato, quelli veri. Augurando loro buona fortuna perché le difese dei club italiani si sono davvero rinforzate. E "incattivite". Prendete l' Atalanta. Per alzare il livello e poter competere in Champions ha messo sotto contratto lo slovacco Skrtel, un gigante esperto che ha giocato 320 gare con il Liverpool e 119 con il Fenerbahçe, un tizio che sa farsi rispettare e quando c' è da litigare non ha paura di nessuno: con lui ha avuto i suoi bei problemini anche una testa calda come Ibrahimovic. E l' Inter? Il nuovo arrivo Godin, che era la bandiera dell' Atletico Madrid (389 partite), è uno che mette timore solo a guardarlo (perché anche le facce, quando sei in campo, hanno il loro peso) e figuriamoci poi ad affrontarlo: tempismo, tackle, cattiveria ti fregano sempre e Cristiano Ronaldo, nell' ultima doppia sfida di Champions con la Juve, ne sa qualcosa. tradizione di un tempo D' altronde, ormai nelle aree avversarie girano certi ceffi poco raccomandabili (in senso buono, quindi bravi) che rinverdiscono la tradizione italiana di un tempo, quando gente come Claudio Gentile o Brio, Pasquale Bruno o Montero facevano tremare gli attaccanti un po' fighetti. Se diamo uno sguardo alla serie A attuale c' è solo da sbizzarrirsi in questo senso: Fazio è una garanzia per la Roma, Koulibaly e Manolas una certezza per il Napoli, Acerbi trascina la Lazio, Nkolou non fa sconti al Toro. Sì, squadra che affronti "killer" che trovi e questo è garanzia di spettacolo, perché spesso un contrasto deciso, una spallata al limite o una scivolata col tempo giusto vale quanto un gol. Anche se molti non lo capiscono. di Alessandro Dell'Orto