Daniele Rugani e la Juventus, lo strano caso del panchinaro d'oro voluto da tutti
«La storia calcistica di Daniele Rugani, da anni intrecciata con le strisce bianconere, è destinata a rimanere ancora più strettamente allacciata, perché il difensore ha rinnovato il suo contratto, legandosi alla causa juventina fino al 2023». Il tono - diciamocelo, esageratamente solenne - è quello del comunicato ufficiale che annunciava il nuovo accordo con il centrale classe '94 nello scorso marzo. Che cosa è successo nel frattempo per far diventare Rugani uno dei sei epurabili della rosa di Maurizio Sarri? La doppia sfida con l'Ajax - Tutto e niente, perché il nome del difensore ritorna periodicamente tra quelli in uscita dalla Signora. Seguendo il filo degli eventi, però, bisogna ricordare, un mese dopo quella firma, il ruolo di sfortunato protagonista ricoperto da Rugani nella doppia sfida dei quarti di finale di Champions contro l' Ajax, fatale ai sogni bianconeri anche per i guai Chiellini. È stata l' ennesima occasione persa dal ragazzo, destinato a essere il primo erede della BBC ma mai ritenuto davvero all' altezza da Massimiliano Allegri. «Allegri? Siamo legati da un feeling toscano», aveva raccontato il difensore negando ogni dissapore con l' ex allenatore. Eppure dal suo arrivo a Torino, il centrale ha accumulato appena 69 presenze in quattro campionati: è rimasto, insomma, sempre una riserva anche se dalla valutazione altissima. Lo stesso Sarri era arrivato a offrire quasi 50 milioni per portarlo al Chelsea: (fu la Juve a dire di no preferendo cedere Caldara): «Devo tantissimo a lui. Mi ha lanciato tra i professionisti (all' Empoli in B, ndr). Disse di me: "Se impara a leggere la palla, diventa un giocatore"», aveva ricordato Rugani forse speranzoso di una svolta grazie al vecchio mentore. Così non è stato: oggi il futuro è il costoso De Ligt, mentre Demiral sembra essersi preso il posto di quarto centrale nelle gerarchie. Per Daniele non c' è più posto, anche per pressanti questioni di bilancio. Ora c' è la Roma sul giocatore, ennesimo nome entrato nell' asse tra la Capitale e Torino dopo l' affare Spinazzola-Pellegrini di inizio estate. L' antica rivalità tra i due club - dal "gol di Turone" al "quattro e a casa" di Francesco Totti - sembra seppellita in nome delle convenienze di mercato: sullo sfondo dell' affare Rugani rimane infatti il nome di Gonzalo Higuain, ma il no del Pipita a lasciare Torino e la contemporanea possibile apertura di Icardi a entrare nella trattativa per Dzeko può rivoluzionare tutti i piani. Futuro giallorosso - Ma restiamo al difensore, al centro dei contatti di ieri tra Paratici - assente alla presentazione di Danilo - e il collega Petrachi. Le cifre sono importanti, come di consueto quando si parla del ragazzo entrato per la prima volta nella Primavera juventina nel 2012/13: la richiesta è di 30 milioni tra prestito e riscatto, molti meno di dodici mesi fa. Eppure è una valutazione ancora importante che ha fermato il Milan nelle scorse settimane e ostacolato il dialogo con l' Arsenal. Attenzione, però, a un ostacolo non da poco: Fonseca. L' allenatore della Roma ritiene Rugani troppo simile all' altro neoacquisto Mancini e chiede un profilo diverso per capacità ed esperienza. Cioè Lovren, il 30enne croato quotato 16 milioni dal Liverpool che non lo ha convocato per la Supercoppa europea di stasera. E Rugani potrebbe finire per rimanere allacciato ancora una volta alla Juve. di Francesco Perugini