Under 21, l'errore di Luigi Di Biagio: ha puntato tardi su Pellegrini e Locatelli
La Spagna con la sua goleada dimostra qual è stata la differenza con l' Italia nel girone: la tranquillità. La squadra di De La Fuente non ha fretta di segnare né di velocizzare il suo gioco perché si snaturerebbe, così al Dall' Ara trova automaticamente la via del gol per manifesta superiorità tecnica rispetto alla Polonia. L' Italia al Mapei Stadium, per un tempo, è tutto il contrario: attacca a testa bassa, non ragiona. Forse è condizionata dagli elogi che ha ricevuto prima di cominciare questo Europeo e dal fatto di giocare in casa: è come se non volesse annoiare il pubblico. Però tende a perdere il controllo del proprio respiro, troppo spesso sbatte contro il muro difensivo avversario, contro il Belgio come contro la Polonia. Non è un caso che il gol del vantaggio di Barella sia l' epilogo di un' azione casuale, un cross alto dalla sinistra sporcato da un colpo di testa di Pellegrini. Per fortuna è anche un gol che alleggerisce lo spirito degli azzurrini, che nel secondo tempo giocano con più ordine e tranquillità. L' Under 21 è una squadra frettolosa perché lo sono i suoi giocatori-chiave: Chiesa, Cutrone, in parte anche Barella. Sbagliano spesso le scelte e accumulano giocate imprecise. L' altro difetto che rischia di essere fatale è la presunzione. L' Italia è superiore alla Polonia e al Belgio e sapeva di esserlo, così si è stupita delle difficoltà che ha incontrato durante le partite, si è innervosita, come hanno dimostrato una serie di piccoli episodi, tra i quali il gesto antisportivo di Chiesa nei confronti di un belga. Leggi anche: Under 21, non giochiamo più all'italiana Abbiamo forse sopravvalutato la maturità degli azzurrini? Oppure c' era la possibilità di fare meglio con i giocatori a disposizione? La bilancia pende verso la seconda opzione. E lo suggerisce la differenza portata da Pellegrini sulla trequarti. Il romanista è sembrato l' unico in grado di rifinire l' azione con qualità e logica, forse il suo raggio d' azione poteva essere alzato già contro la Polonia per migliorare il passaggio finale. Inoltre è stata evidente l' efficacia del pensiero ordinato di Locatelli, a cui è stata concessa un' occasione troppo tardi. La qualità tecnica paga sempre nel calcio contemporaneo, Di Biagio forse ha rinunciato ad un patrimonio prezioso, che avrebbe potuto cancellare i (pochi) difetti della sua squadra. Il paradosso è che Mancini aveva già indicato la strada con la sua nazionale basata sulla tecnica. È necessario sottolineare questi difetti perché sono la causa della sconfitta contro la Polonia, probabilmente fatale. Perché ora toccherà sperare che Francia e Romania non pareggino nell' ultima giornata del Gruppo C (domani), altrimenti passeranno il turno a braccetto, eliminando l' Italia. Non sarà scandaloso un loro pareggio e non sarà nemmeno un "biscotto", semmai sarà la conseguenza del formato balordo e illogico del torneo. Ci pensi la Uefa. L' Italia invece non butti via tutto e gli italiani non si disperino: il livello si è alzato e il futuro è radioso. Dovessimo uscire, sarà per un difetto tattico e psicologico, non più per un problema strutturale del movimento. di Claudio Savelli