Juventus, Maurizio Sarri imborghesito: perché dovrebbe rimettersi subito la tuta
Sarri sta sempre in tuta, urla e bestemmia, vorrei proprio capire come si adeguerà allo stile della sua nuova squadra». Aurelio De Laurentiis non ha resistito, ha voluto mettersi nei panni di quella che si presenta al matrimonio dell' ex fidanzato che l' ha mollata in favore della nemica di sempre e fare la scenata, lanciare sterco invece che riso, graffiare la macchina, strappare tutti i nastri e schiacciare il bouquet sotto i piedi. Epperò, più che un petardo sotto il velo della sposa, la piazzata del patron napoletano sembra più il pianto isterico di chi si sente abbandonato e teme nuovamente tempi grami in arrivo. Aurelio voleva rovinare la scena ai novelli piccioncini Sarri-Juventus e non ce l' ha fatta, non accorgendosi in realtà di aver centrato il bersaglio, pur avendo sparato da un' altra parte. Il Maurizio di ieri non è l' autentico Maurizio, o meglio, può essere anche quello ma la sua vera natura è un' altra e, a tratti, si è capito che stringeva il morso fra i denti. Ovvio, a Sarri va dato un bell' 8 per la sagacia con cui ha saputo affrontare l' ora abbondante di domande propostegli durante la presentazione. Voto 8 per quell' atteggiamento machiavelliano sciorinato nell' assorbire i temi spinosi e la diplomazia nel sistemare al meglio gli scheletri dentro l' armadio che sono scivolati fuori. Il fine giustifica i mezzi, anche qualche diplomatica bugia. Leggi anche: Juve, rivoluzione-Sarri: chi ha chiesto al club Ora, Maurizio ha superato alla grande il battesimo del fuoco, il "giorno uno" è andato: si rimetta in fretta la tuta, torni a essere quel villano che dice De Laurentiis (a proposito, ma a Napoli gli andava bene?). Perché è stato noioso vedere un Sarri così imborghesito, così calato nella parte e così a lungo da essere quasi sorpreso di quelle volte in cui è affiorato il suo vero io e si è lasciato andare al cazzeggio, alla battuta, alla parolaccia gratuita. Non vogliamo certo che appena incontra Mancini gli dia nuovamente del «finocchio», vogliamo però riscoprire il Maurizio capopopolo, il Maurizio filosofo, il Maurizio lesto a infastidirsi se la domanda che gli fanno non gli piace o è palesemente una cazzata. Vederlo in giacca e cravatta a un metro da Paratici, composto e misurato, è stato utile per i fotografi e per l' immagine del club, tuttavia se la juventinizzazione di Sarri prevede bon ton ed adeguamento alla mediocrità allora non ci piace proprio. È vero, capita ogni tanto di dover giocare in difesa, i momenti di sofferenza ci stanno. Poi però si riparte in attacco. Immaginare Sarri avviluppato dall' etichetta è come immaginare la sua Juve presentarsi alla prima di campionato e fare catenaccio e contropiede, andare in vantaggio e togliere Ronaldo per mettere dentro un difensore. Dai, Maurizio, non fare il bischero. di Tommaso Lorenzini